26/09/2017
Montecitorio, Biblioteca della Presidente

Incontro con una delegazione di Sindaci del Comprensorio di Bassano del Grappa (VI) e con una delegazione dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) in occasione del 73° anniversario dell’eccidio del Grappa

Buon pomeriggio a tutte e a tutti.

Saluto i Sindaci e le Sindache, gli amministratori del comprensorio del Grappa: siete in tanti e mi fa molto piacere. Saluto i rappresentanti delle associazioni partigiane, i parlamentari e tutti i presenti.

Consentitemi anche di fare un saluto speciale a Vittoria Gheno, una giovanissima, una ragazza di 21 anni, di Bassano del Grappa, che è stata il motore di questa iniziativa, dimostrando come giovani possono essere motivo di incontro tra le istituzioni. Ciascuno di noi ha fatto la sua parte, ma lei è stata la prima a volerci insieme in questa giornata.

Oggi ricordiamo un evento drammatico per il nostro paese e per il vostro territorio in particolare. Il 26 settembre commemoriamo una strage che ha coinvolto tante persone. Centinaia di persone trucidate con inaudita ferocia o deportate nei campi di sterminio, per punire coloro che abbracciarono le idee della Resistenza e della libertà dell'Italia.

Voi, insieme ai cittadini di Marzabotto, di Sant'Anna di Stazzema, ai romani che ricordano le Fosse Ardeatine, avete la responsabilità di ricordare cosa è stato il nazifascismo, la brutalità con la quale i nazisti trattarono i nostri giovani, la brutalità con la quale tenevano sotto scacco il nostro Paese, il loro disprezzo nei confronti degli italiani.

E' importante ricordarlo ora, perché spesso si dimentica che ad aiutare i nazisti erano i fascisti, cioè altri italiani che si mettevano contro i loro confratelli.

E questa è la conferma che non si può parlare di un "fascismo buono" contrapposto ad un "nazismo cattivo". Questa è una ricostruzione che non esiste, non funziona, è un'alterazione della storia.

Chi si ispira ancora oggi, purtroppo, al ventennio non può quindi rivendicare alcun patriottismo, perché Mussolini consegnò l'Italia ad una potenza straniera che perseguiva unicamente il suo interesse di dominio. Questo non è patriottico. E allora anche sulla parole stiamo attenti a non farci espropriare. Come quello di 'patria': concetto bello, alto, nobile. Molto diverso da quello di 'nazionalismo', che invece è gretto, chiuso, crea muri, fili spinati.

L'essere patriota è una cosa che deve riguardare ogni persona democratica, ed è un termine che non va frainteso.

Oggi in Europa purtroppo ci sono molti movimenti e partiti che ancora si ispirano a quelle idee, a quella mentalità, a quell'estremismo. Abbiamo visto l'altro ieri le elezioni in Germania, che è una democrazia forte, solida, stabile. Dunque da questo punto di vista dovremmo stare sereni. Però, certo, sapere che per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale al Bundestag tedesco entreranno deputati che hanno nel razzismo e nella xenofobia una loro caratteristica, questo sicuramente non ci tranquillizza.

Parecchie persone oggi seguono questi movimenti. Questo è il risultato della crisi, che ha escluso, che ha fatto male, cha fatto sentire sole tante persone. Poi c'è la sfiducia verso le istituzioni, e una migrazione che non sempre si riesce a gestire con intelligenza e lungimiranza. Tutto questo ha fatto sì che una parte dell'elettorato si sia rivolta a movimenti estremisti.

Allora, come fare a fermare movimenti che sono minacciosi rispetto all'assetto democratico? Io penso che si debba lavorare sulle risposte concrete ai bisogni delle persone, cercare di trovare una politica economica che punti sulla crescita, e quindi dia ai nostri giovani la certezza del futuro. Perché una delle cose più gravi che allontanano i giovani dalla politica e dalle istituzioni è non sapere come avere una prospettiva, una vita, una famiglia. Lavorare su questo significa abbassare il livello dello scontento.

E poi raccontare cosa è stato il fascismo e cosa è stato il nazismo. Quindi testimonianza, memoria.

Credo che ognuno di noi debba fare questo esercizio. Dall'inizio della legislatura, insieme all'Ufficio di Presidenza, abbiamo preso alcune decisioni proprio in merito alla trasparenza. Abbiamo deciso di desecretare documenti che non erano accessibili, il cosiddetto "armadio della vergogna", dove per decenni erano stati conservati atti che riguardavano le stragi nazifasciste in Italia. Una parte di quei documenti oggi è pubblica, e questo è un modo per far vivere il nostro passato.

Così come il 25 Aprile a Bologna ho voluto fare un appello all'ideatore di Facebook, Mark Zuckerberg, accogliendo l'invito dell'Anpi che aveva denunciato come ci siano molte pagine Facebookchiaramente apologetiche verso il fascismo: parliamo di almeno trecento pagine su svariate migliaia aperte da simpatizzanti. Ho detto che il nazifascismo non può essere considerato un fenomeno locale, per cui Facebok non applica le norme italiane. In Italia l'apologia di fascismo è reato, e dunque dovrebbe essere vietata anche su Facebook. Credo che noi dobbiamo insistere su questo, perché il nazifascismo fu una tragedia mondiale: bisogna prenderne atto, ed evitare di diffondere l'odio, che è una delle malattie del nostro tempo. Fomentare il razzismo, la xenofobia, ispirarsi a questi principi, secondo me è una minaccia all'assetto democratico.

Voi siete testimoni due volte. Testimoni di che cosa possono produrre le guerre, perché la vostra terra, prima delle stragi che ricordiamo oggi, fu insanguinata dalle battaglie della Prima guerra mondiale.

Cento anni fa, il 1 Agosto del 1917, Papa Benedetto XV scrisse una lettera "ai capi dei popoli belligeranti" in cui definiva quella guerra un' "inutile strage".

Le guerre sono sempre inutili stragi, ovunque. E noi dobbiamo prendere atto di quanto sia importante l'Europa. Per la prima volta nella storia, abbiamo vissuto settant'anni ininterrotti di pace. Allora questo "miracolo europeo" noi lo dobbiamo salvaguardare: rafforzando questa nostra Unione, rendendola più vicina ai cittadini, più capace di dare un futuro ai nostri giovani. Ma questa Unione europea ci ha dato la possibilità di vivere in pace. Chi è nato negli anni Sessanta, come me, ha potuto godere della pace, del benessere, della libertà. E questo non ha prezzo, è qualcosa di straordinario. Io ho sentito i miei genitori, i miei nonni, parlare della guerra. Chi è nato negli anni del benessere deve sapere che non è sempre stato così, e quindi si deve adoperare ancora di più per rilanciare l'Unione europea, perché è il nostro scudo di pace e di libertà.

Vi ringrazio di essere venuti qui alla Camera, in questa giornata che so esser per voi particolarmente importante. E adesso avrò il piacere di ascoltare voi, le vostre testimonianze, il significato che ha per voi questa iniziativa.