23/07/2014
Montecitorio, Sala Aldo Moro

Presentazione del libro 'Enrico Berlinguer a 30 anni dalla scomparsa'

Buona sera a tutte e a tutti voi. Prima di passare la parola all'on. Paolo Fontanelli, che illustrerà le caratteristiche di questo incontro, voglio rivolgere un breve saluto a tutti i partecipanti e un ringraziamento particolare ai curatori del volume - vedete anche la nuova grafica delle pubblicazioni della Camera - che presentiamo stasera: "Enrico Berlinguer, a 30 anni dalla scomparsa".

Questo volume, realizzato dalla Biblioteca della Camera dei deputati, contiene una selezione di scritti, interventi pubblici e discorsi parlamentari di Enrico Berlinguer e segue un'altra pubblicazione del 2001, sempre ad opera della Camera: la raccolta completa dei suoi discorsi parlamentari.

Le iniziative di ricordo e di riflessione sulla persona e sull'azione politica di Berlinguer, in occasione dell'anniversario della sua scomparsa, sono state molte.

Qui a Montecitorio abbiamo svolto una cerimonia ufficiale il 12 Giugno, alla presenza del Capo dello Stato. Abbiamo proiettato la sera del 10 Giugno il film di Walter Veltroni e abbiamo ospitato a Palazzo Valdina una mostra di pittori promossa dal gruppo del PD.

L'incontro di stasera giunge quindi a conclusione di una serie di iniziative di vario segno e di diverse caratteristiche.

Avendo preso parte personalmente alle iniziative che si sono svolte qui alla Camera, posso confermare quanto ho detto nel mio intervento il 12 giugno : la cosa che più mi ha colpito e mi colpisce è quanto la figura di Berlinguer sia ancora, dopo tanti anni, circondata di affetto e quanto il suo ricordo susciti commozione.

Continuo a pensare che questa sia una cosa rara nei confronti di un esponente politico, specie di questi tempi, e sia dovuta innanzitutto al fatto che per tanti italiani Berlinguer ha incarnato una idea alta e pulita della politica, come servizio alla collettività. Ha rappresentato e difeso valori semplici ed essenziali, valori di onestà e rigore morale, che ancora oggi sono centrali nel dibattito politico. Ha dimostrato che ci si deve impegnare non per interesse personale ma per corrispondere ai propri convincimenti, ai propri ideali.

Non so dire quanto pesi, nel ricordo commosso della figura di Berlinguer, anche un sentimento di nostalgia verso un'epoca passata in cui la politica suscitava tanta partecipazione ed era animata da grandi passioni civili. Non so dirlo perché non ho vissuto da militante quella fase storico-politica. E poi sono sempre abbastanza prudente di fronte alla tentazione di voltare la testa indietro e dipingere certe fasi storiche come fossero l'età dell'oro.

In verità non furono anni dorati. Certamente, gli anni in cui Berlinguer fu Segretario del PCI furono un periodo di grande partecipazione popolare, di straordinarie mobilitazioni giovanili e della irruzione sulla scena pubblica dei movimenti femministi. Anni in cui si realizzarono importanti riforme sociali e civili.

Ma furono anche gli anni della guerra fredda e del mondo pericolosamente diviso in due blocchi. Per noi, gli anni del terrorismo e di una sanguinosa scia di violenza politica che segnò drammaticamente il Paese ed ebbe un peso sulla formazione della mia generazione. Ero adolescente, e ricordo che ogni giorno c'era l'ansia di quello che sarebbe successo, di quale altro servitore dello Stato sarebbe stato ucciso; ci si chiedeva, da ragazzini: "ce la faremo, sarà lo Stato capace di tenere, oppure vinceranno i terroristi?" Non c'erano certezze, era un tempo difficile. Noi oggi abbiamo il nostro daffare, ma quando penso a quei tempi lì, a cosa dovesse essere in quel momento avere dei ruoli istituzionali, a quanta angoscia ci dovesse essere nel prendere delle decisioni, penso che noi ce la possiamo fare, se loro ce l'hanno fatta.

Un tempo, dicevo, in cui le istituzioni furono messe a dura prova dalla strategia della tensione e fu necessario unire le forze politiche e sociali per fronteggiare e sconfiggere quelle trame antidemocratiche.

Berlinguer comprese questa esigenza unitaria e la fece sua. Non era scontato, non era ovvio.

Fu un capo amato e apprezzato dal suo partito, ma non fu mai settario e impegnò tutta la sua forza politica nella costruzione di questa ampia unità democratica: perché questo era l'unico modo per far fronte comune e uscire da una terribile minaccia contro lo Stato.

In questo senso fu molto più che un leader di partito. E per questo, in occasione dei suoi funerali, ricevette un omaggio così sentito, senza precedenti, da milioni di italiani che dimostrarono il loro affetto e la loro partecipazione per quella perdita.

Il libro che presentiamo oggi restituisce in modo efficace gli aspetti salienti del pensiero di Berlinguer e dell'azione politica del suo partito negli anni che lo videro segretario.

E' un contributo importante per quanti intendono continuare a discutere, a riflettere e a fare ricerca su una delle figure di maggiore rilievo dell'Italia repubblicana. Una personalità politica che, come abbiamo visto in occasione di questo trentesimo anniversario della scomparsa, ha ancora molto da dire all'Italia e agli italiani.

Grazie.