03/12/2015
Montecitorio, Sala della Regina

Saluto della Presidente alla cerimonia in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, alla presenza del Presidente della Repubblica

Buongiorno a tutte e a tutti. Saluto e ringrazio per la loro presenza il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Senato Piero Grasso, la Ministra Stefania Giannini, il Ministro Giuliano Poletti, il Sottosegretario Davide Faraone, tutti i rappresentanti del Governo presenti, la Presidente della Commissione Cultura della Camera, Flavia Piccoli Nardelli, il Presidente della Commissione Cultura del Senato, Andrea Marcucci, i parlamentari, i dirigenti delle associazioni impegnate sul tema della disabilità.

Ringrazio voi, ragazze e ragazzi, per essere qui. La vostra presenza e quella dei vostri insegnanti danno un particolare valore a questo incontro e a questa giornata perché ci aiutano a mettere bene a fuoco il tema che è stato scelto per la nostra discussione: quello della piena inclusione e della valorizzazione delle persone con disabilità nel percorso educativo e scolastico. Vogliamo saperlo da voi, e siamo qui per dare a voi la parola.

Il formato che abbiamo scelto per questa iniziativa è diverso da quello che si usa solitamente nei convegni, perché oggi non vi chiediamo soltanto di assistere ed ascoltare ma anche di fare domande, di interagirecon chi in questa sala rappresenta le massime autorità, cioè il Governo e le Commissioni parlamentari competenti.

Mi auguro che questa formula non sia una tantum, che si riproponga anche nel futuro e che gli studenti con disabilità possano essere auditi nelle nostre Commissioni parlamentari, come si fa solitamente con rappresentanti di Associazioni e con gli esperti, perché da loro viene la migliore fotografia della realtà.

La "Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità" si celebra ogni anno, il 3 Dicembre, fin dal 1981, quando venne istituita dalle Nazioni Unite allo scopo di sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita sociale e civile e per combattere qualunque forma di discriminazione nei loro confronti.

Su questa giornata, purtroppo, è calata oggi l'ombra drammatica della strage di San Bernardino in California. Persone innocenti e indifese che si trovavano in un centro per l'assistenza a portatori di handicap sono state uccise da un gruppo armato che ha voluto portare la morte in un luogo in cui invece si lavora per dare a tutti una vita migliore.

Non è ancora chiara la matrice di questo gesto sanguinario, ma voglio cogliere l'occasione non solo per condannare qualsiasi forma di violenza, ma per esprimere i sentimenti di piena vicinanza e solidarietà ai famigliari delle vittime.

Considero importante che questo nostro incontro si svolga alla presenza del Capo dello Stato, dei Presidenti delle Camere, dei rappresentanti del Governo e delle Commissioni parlamentari perché le istituzioni hanno delle responsabilità aggiuntive, un ruolo importante da svolgere: il ruolo che gli assegna l'articolo 3 della Costituzione - che per me è il più bello di tutti - quando dice "E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana".

Questa, care ragazze e cari ragazzi, è la missione fondamentale del Parlamento, del Governo e di tutte le istituzioni della Repubblica: rimuovere gli ostacoli.

Incontro spesso persone con disabilità e i loro racconti indicano con chiarezza di che natura sono quegli ostacoli: sono sicuramente barriere architettoniche, ma non solo. Sono purtroppo anche barriere culturali erette su pregiudizi e discriminazioni, barriere sociali ed economiche oppure difficoltà ad inserirsi pienamente, al pari di tutti gli altri, nel percorso formativo.

In Italia ci sono leggi che hanno come scopo esattamente quello della piena inclusione nella vita scolastica. Leggi ottenute spesso grazie alla spinta delle associazioni e delle famiglie. Le ringrazio per tutto quello che fanno ogni giorno, e anche per come sono riuscite a dare un contributo di civiltà al nostro Paese. Ci direte voi, anche con le vostre domande, come e quanto queste leggi trovano concreta attuazione nell'organizzazione quotidiana dell'attività formativa, ma anche della vostra vita.

E c'è la figura dell'insegnante di sostegno. Una figura preziosa non solo per aiutare il ragazzo o la ragazza ad assolvere agli impegni scolastici, ma anche e soprattutto per favorirne la socializzazione e la positiva relazione con gli altri studenti. L'esperienza - l' ho visto anche direttamente, nella mia famiglia - dimostra che la sintonia e la collaborazione tra il corpo docente, l'insegnante di sostegno e la famiglia possono dare in questo senso risultati davvero molto importanti.

Ma, avviandomi a concludere questo breve intervento di saluto, vorrei anche porre l'accento sugli aspetti culturali che interessano la questione della disabilità.

Se c'è una cosa che più di altre caratterizza il genere umano è che esso è composto da persone che sono tutte diverse una dall'altra: diverse per idee, diverse per atteggiamento, diverse per cultura, diverse per religione, diverse per abilità individuali.

Queste differenze vengono spesso vissute con disagio, anzi con fastidio o con un atteggiamento cosiddetto di "tolleranza". E questo accade anche nei confronti di persone con disabilità: la "tolleranza verso chi è diverso".

Ho letto un'intervista a Papa Francesco, e in un punto l'ho trovata eccezionale: "Non mi piace la parola tolleranza, dobbiamo parlare di convivenza e di amicizia".

E' vero: essere tolleranti verso qualcuno diverso da sé significa guardare l'altro, magari in modo benevolo, ma sempre dall'alto verso il basso: "io ti tollero". E questo non può essere un atteggiamento condivisibile.

E' proprio in un'ottica di convivenza e di amicizia che vi propongo di considerare la presenza di ragazzi con disabilità dentro le vostre classi. Questa presenza non è un problema da risolvere ma una grande opportunità da cogliere perché anche in questo caso la diversità è un valore.

Perché relazionarsi da pari a pari, senza supponenza, con un compagno o una compagna di classe che ha una abilità diversa dalla nostra è un fatto che ci arricchisce, che ci consegna un altro punto di vista sulle cose del mondo, perché possono essere viste in tanti modi, e che ci stimola a tirar fuori nostre sensibilità che non sapevamo di avere, sentimenti nuovi.

Il pieno inserimento nel percorso formativo, quindi, oltre ad essere un diritto della persona con disabilità, è anche una occasione di conoscenza e di crescita civile per tutti noi.

Ha scritto Albert Einstein: "Non dobbiamo semplicemente sopportare le differenze tra gli individui e i gruppi, ma anzi accoglierle come le benvenute, considerandole un arricchimento della nostra esistenza".

Queste parole rappresentano bene una idea di società aperta, inclusiva, plurale e quindi realmente democratica, senza la paura dell'altro.

E una società che accoglie e che include è una società molto più forte e più sicura.

Grazie.