24/06/2013
Montecitorio, Sala della Regina

Presentazione del volume 'Nilde Iotti. Una storia politica al femminile' di Luisa Lama

Buonasera a tutte e a tutti. Do il benvenuto all'autrice Luisa Lama, all'editore Carmine Donzelli e a tutti coloro che hanno risposto al nostro invito a questa presentazione. Il mio saluto particolare va alla signora Clio Napolitano e a Marisa Malagoli Togliatti. A Livia Turco, a Rosa Russo Iervolino e a Massimo D'Alema, non devo certo dare il benvenuto, perché sono di casa qui alla Camera dei Deputati. Accostarsi alla persona di Nilde Iotti è per me un grande privilegio. Come persona, come donna, come deputata e come Presidente. Nilde Iotti fu la prima Presidente donna della Camera ed è stata il Presidente che ha ricoperto questo incarico per più tempo. Quella della Presidente Iotti è una figura talmente carica di umanità e di impegno civile e politico che nel ricordarla si rischia di dimenticare qualcosa di importante.

Quel che è certo è che ha lasciato un segno duraturo nella vita politica e istituzionale del nostro Paese, e lo ha fatto con una passione e una partecipazione personale del tutto originali, con quella sobrietà, con quella naturale eleganza nei gesti e nelle parole che tutti ricordiamo. Un tratto severo e al tempo stesso sereno e sempre aperto alle ragioni dei suoi interlocutori.

C'è un documento che ci riporta ai giorni in cui Nilde Iotti fece il suo primo ingresso a Palazzo Montecitorio, quale deputata all'Assemblea costituente, nel 1946, forse avvertendo quello stesso senso di stupore che ho avuto la fortuna di vivere qualche mese fa, quando io stessa varcai per la prima volta la soglia dell'aula parlamentare.

E' un documento custodito presso l'Archivio storico della Camera che i visitatori possono vedere all'interno di una bacheca, collocata in un corridoio silenzioso, magari un po' remoto, ma che forse per questo aumenta l'emozione della scoperta: è la scheda anagrafica riempita di suo pugno.

Vi si legge una storia, già intensa e significativa a quel tempo, che avrebbe poi conosciuto uno sviluppo straordinario, probabilmente unico.

Una storia che oggi viene presentata in modo ampio e originale nel libro di Luisa Lama.

In quella scheda c'è il luogo di nascita, la Reggio Emilia del primo dopoguerra, profondamente immersa negli umori di quella pianura che sarebbe stata teatro di lotte contadine coraggiose e dolorose, ma anche centro attivissimo dell'antifascismo clandestino, base di partenza per il contributo di Nilde Iotti alla Resistenza come staffetta partigiana.

Poi c'è l'indicazione dei genitori.

Nel "fu Egidio", riportato nello spazio riservato alla paternità, ci sono l'esempio e la figura del padre ferroviere socialista, cacciato dal lavoro per le sue idee, ma c'è anche il segno profondo di un distacco definitivo maturato troppo presto, quando Nilde aveva solo 14 anni.

Nel "di Vezzani Albertina", la madre, c'è la storia di due donne - una madre e una figlia - che percorrono da sole una quotidianità avara, ma piena di determinazione e intraprendenza, tra la necessità di sostentarsi e l'imperativo categorico di non cedere di un passo nella conquista dell'istruzione attraverso lo studio.

Su quella scheda anagrafica, alla voce professione, c'è l'indicazione "insegnante".

Questa parola mi ha fatto riflettere. Si insegna fra i banchi di scuola, nelle aule universitarie, formando qualcuno ad un lavoro, anche ad un'arte.

Si insegna trasferendo competenze e saperi.

Ma si insegna soprattutto con la condotta di vita, con l'impegno, con la coerenza tra convinzioni e comportamenti. Tutte cose di cui oggi l'Italia ha un grande bisogno.

E in questo senso molto, moltissimo ci ha insegnato Nilde Iotti nel corso della sua vita, attraverso una testimonianza che è apparsa evidente a tutti negli anni della sua Presidenza della Camera, ma che ha trovato le sue radici nel coraggioso attivismo civile e nella maturazione di idee e di scelte politiche dei suoi anni giovanili.

Nella vita di Nilde Iotti c'è infatti un "prima": l'elezione alla Assemblea Costituente, l'esperienza delle prime legislature repubblicane, la testimonianza diretta di eventi cruciali per la storia dell'Italia e del mondo.

Tutti ricordiamo, con gratitudine e con rispetto, quanto Nilde Iotti ha fatto per sottrarre la donna a vecchi vincoli sociali, all'arretratezza del pregiudizio, alle inaccettabili incrostazioni culturali di un apparato ideologico discriminatorio e sessista.

Lo ha fatto anche attraverso la sua vicenda personale, vivendo e difendendo la relazione con Palmiro Togliatti, che all'epoca veniva considerata contraria alle convenzioni sociali anche dentro il suo stesso partito.

Luisa Lama, nel volume che viene presentato oggi, ci fa conoscere uno scambio epistolare carico di sentimenti e di slanci in cui la giovane Iotti, consapevole delle difficoltà, afferma di voler difendere a tutti i costi la sua storia d'amore con Togliatti.

Dunque, una dimensione sentimentale animata dalla passione, così come dalla passione era alimentato l'impegno politico di Nilde Iotti.

Mi piace ricordare, in questo contesto, alcuni passaggi della sua relazione sulle disposizioni in materia di famiglia, presentata all'Assemblea Costituente come componente della Commissione dei 75.

E soprattutto la denuncia della "fisionomia per certi aspetti antidemocratica della famiglia", di tutte quelle situazioni che "pongono la donna in stato di inferiorità e fanno sì che la vita familiare sia per essa un peso e non fonte di gioia e aiuto per lo sviluppo della persona".

Giudizi certamente coraggiosi e rivoluzionari per quegli anni.

Ricorre nei discorsi di Nilde Iotti l'urgenza di superare un modello di famiglia concepita esclusivamente in funzione dell'«accasamento» delle donne, della procreazione dei figli, della trasmissione del patrimonio.

Forte di questi suoi convincimenti, spinse il Partito Comunista a schierarsi a favore del divorzio, superando le resistenze di chi temeva ripercussioni negative nel rapporto con il mondo cattolico.

E c'è un "dopo" : quando Nilde Iotti fu eletta Presidente della Camera, nel 1979, succedendo al triennio di Pietro Ingrao. Fu rieletta di nuovo a quella carica nel 1983 e nel 1987.

Durante i tredici anni della sua Presidenza, l'Italia conobbe cambiamenti impressionanti: dal tramonto dei governi di solidarietà nazionale all'esplodere di Tangentopoli, passando per le sanguinose aggressioni del terrorismo e della criminalità organizzata alle istituzioni democratiche.

Io ero giovanissima e la ricordo seduta alla Presidenza: ispirava equilibrio, autorevolezza, capacità di governo dei momenti più concitati della discussione in Aula.

Rappresentava un simbolo, per noi ragazze. Queste sue immagini resteranno per sempre nella memoria collettiva del nostro Paese.

Nilde Iotti credeva nella centralità del Parlamento: nelle istituzioni rappresentative come luogo di compresenza di ideali, culture, interessi e passioni, sede di un dibattito anche acceso ma sempre ricondotto alla civiltà del confronto e al rispetto delle regole e delle procedure.

Sapeva al tempo stesso che proprio per svolgere al meglio la funzione che la Costituzione assegnava loro, le istituzioni avevano bisogno di essere rinnovate. E si impegnò in prima persona in uno dei primi tentativi di riforma della seconda parte della Costituzione.

Così vorrei che la ricordassimo oggi : una dirigente politica che ha dato una spinta decisiva alla battaglia per l'emancipazione delle donne, una delle figure più prestigiose dell'Italia repubblicana.

Ancora grazie a tutte e a tutti.

Prego l'on. Livia Turco di prendere la parola.