24/10/2013
Montecitorio, Sala del Mappamondo

Convegno "Un importante attore per la stabilità della regione", con il Commissario generale dell'Agenzia ONU per l'assistenza ai rifugiati palestinesi (UNRWA), Filippo Grandi

Vorrei innanzitutto dare il benvenuto ai relatori e ringraziarvi tutti per aver voluto partecipare a questa iniziativa. E' con orgoglio che posso affermare che, in questi primi sette mesi, la Presidenza della Camera dei deputati ha già promosso numerosi incontri pubblici su tematiche di grande rilevanza internazionale come la riconciliazione nelle aree post-conflittuali, la tratta di esseri umani, l'istigazione all'odio sul web, il commercio delle armi, la violenza di genere.

Ci ritroviamo qui oggi - nella Giornata internazionale delle Nazioni Unite - per discutere di una questione che l'opinione pubblica internazionale troppo spesso dimentica. Dei rifugiati palestinesi si parla, infatti, per lo più quando - come in questi mesi - si riaccendono le speranze che il processo di pace israelo-palestinese giunga finalmente a compimento. Dei bisogni, spesso drammatici, e delle speranze di questi milioni di persone non vi è quasi mai cenno nelle notizie di stampa o nel dibattito pubblico.

Ad assistere gli oltre cinque milioni di rifugiati palestinesi che vivono nei Territori palestinesi occupati e nei Paesi limitrofi è l'UNRWA, l'Agenzia delle Nazioni Unite istituita nel 1949 con tale finalità specifica. Un'Agenzia che - caso unico nel sistema ONU - eroga direttamente i servizi per i propri beneficiari, con un personale composto, in stragrande maggioranza, da abitanti dei luoghi in cui opera, appositamente formati. Un'Agenzia che fornisce assistenza sanitaria attraverso i propri ambulatori, istruzione nelle proprie scuole, incentivi, aiuti e formazione per i molti rifugiati palestinesi - più di un quinto del totale - che vivono in condizioni di estrema povertà.

Un'Agenzia che, negli ultimi anni, ha dovuto rispondere ad un aumento dei bisogni sul campo.

A Gaza, perdura la grave crisi umanitaria che, stando alle organizzazioni non governative internazionali, causa - tra le molte, terribili, conseguenze - anche elevati tassi di malnutrizione, soprattutto tra i bambini.

La drammatica crisi siriana, con gli oltre due milioni di rifugiati scappati negli Stati vicini ed i cinque milioni di sfollati all'interno del Paese - il 33% della popolazione, un siriano su tre - ha avuto un impatto anche sulla condizione dei circa 500mila rifugiati palestinesi che vivevano in Siria. Oltre la metà di essi, infatti, ha dovuto nuovamente abbandonare le proprie case, cercando rifugio in altre zone del Paese o riversandosi anch'essi, come centinaia di migliaia di cittadini siriani, in Giordania, in Libano, in Turchia.

Attraverso il lavoro dei suoi operatori, l'UNRWA è davvero un importante attore per la stabilità della regione. Se, nonostante gli enormi numeri di rifugiati palestinesi accolti nei Paesi mediorientali, la situazione non è divenuta insostenibile, lo si deve anche a quest'Agenzia delle Nazioni Unite.

Nel mio precedente incarico, mi occupavo anch'io di rifugiati, persone che, in fuga da guerre, persecuzioni e violenze, cercano la salvezza al di fuori del proprio Paese e spesso rischiano la vita per trovarla. Ce lo ricordano le tragedie delle ultime settimane nel Canale di Sicilia, tragedie nelle quali sono state coinvolte anche famiglie siriane di origine palestinese. Compito dell'UNHCR, l'Agenzia dell'ONU per i rifugiati, per la quale lavoravo, è quello di trovare soluzioni per le persone che assiste: l'integrazione nel Paese d'accoglienza o il ritorno, volontario ed in condizioni di sicurezza, nel Paese di origine. L'UNRWA, invece, fornisce assistenza a persone che, in molti casi, si vedono precluse la possibilità di un'integrazione reale nei Paesi che li hanno accolti o dove sono nati, figli e nipoti di rifugiati.

E' anche per questo che, come ha recentemente ricordato il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban ki-Moon, deve essere profuso ogni sforzo per giungere ad una soluzione della questione israelo-palestinese. I negoziati promossi dall'amministrazione statunitense, attualmente in corso, come anche gli incontri di questi giorni a Roma, sono motivo di speranza. Lo sono per noi qui in Italia ed in Europa, ma lo sono ancora di più, ovviamente, in Medio Oriente. E devono esserlo per i milioni di rifugiati palestinesi che, grazie anche all'impegno incessante dell'UNRWA, sognano di veder realizzate le proprie aspirazioni.