31/03/2014
Montecitorio, Sala della Regina

Presentazione del Rapporto 2014 di Italiadecide 'Il Grand Tour del XXI secolo. L'Italia e i suoi Territori'

Buon giorno a tutte e a tutti. Sono davvero lieta di ospitare alla Camera dei deputati la presentazione del rapporto 2014 di Italiadecide dedicato al turismo. Ringrazio il Presidente della Repubblica per aver voluto sottolineare con la sua presenza l'importanza di questo appuntamento. Saluto le personalità che prenderanno la parola e tutti i numerosi intervenuti. La presentazione del rapporto annuale di Italiadecide è ormai una consuetudine per la Camera dei deputati.

E non è un caso, visto lo stretto collegamento che c'è fra l'attività parlamentare e i contenuti del lavoro dell'associazione, presieduta dal Presidente onorario Carlo Azeglio Ciampi e dal Presidente Luciano Violante.

Italiadecide raccoglie personalità di diverso orientamento politico e culturale che condividono alcune idee di fondo su come migliorare concretamente la qualità delle politiche pubbliche. E il rapporto che viene presentato oggi segue il prezioso lavoro fatto negli anni passati sui temi delle infrastrutture strategiche, dell'energia, del ciclo dei rifiuti. Si tratta di temi che meritano un continuo aggiornamento per giungere a decisioni mature nell'interesse di tutti i cittadini.

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Il titolo dato al rapporto di quest'anno è evocativo: "il Gran Tour del XXI secolo: l'Italia e i suoi territori". E' un titolo che richiama una grande tradizione del nostro passato. Quella tradizione che ha portato tante persone di ogni parte del mondo a considerare il viaggio in Italia non solo una piacevole vacanza, ma un momento indispensabile della loro formazione culturale e civile. Credo che soltanto continuando a soddisfare anche oggi questo bisogno "alto" di cultura e di bellezza, riusciremo a corrispondere alle attese di chi sceglie il nostro paese come meta.

Certo, all' epoca del "Gran Tour" il turismo era possibile solo per una ristretta cerchia di privilegiati. Oggi non è più così, e il turismo di massa è diventato uno dei più importanti settori economici dell' epoca attuale.

Ma la grande tradizione italiana va fatta evolvere rispetto alle sfide della contemporaneità, rispetto alle dinamiche della competizione globale, ai grandi numeri della società di massa. E allora bisogna dire che l'Italia non può accontentarsi di un'offerta turistica di nicchia, ma deve intercettare i grandi flussi di visitatori che sono attesi in misura crescente nei prossimi decenni.

I numeri dello sviluppo turistico nei prossimi anni fanno intravedere grandi possibilità di crescita, ma spaventano anche un po'. Secondo le stime della World Tourist Organization, entro il 2030 il numero dei turisti internazionali su base annua passerà dagli attuali 900 milioni a 1,8 miliardi. Si tratta di cifre impressionanti, che sollevano il problema di come gestire questa massa enorme di persone, soprattutto se concentrate in pochissimi luoghi assurti allo status di attrazioni turistiche mondiali.

Si può alleggerire questa pressione solo ampliando l'offerta turistica a mete alternative rispetto a quelle tradizionali e incentivando la riscoperta di luoghi e di città che sono spesso "minori" solo in apparenza e che celano in realtà tesori di arte e di cultura non inferiori a quelli dei centri più conosciuti. E per fortuna, da questo punto di vista, l'Italia ha tante risorse ancora da esplorare. Dobbiamo fare uscire alla luce del sole queste ricchezze nascoste, farle conoscere ad apprezzare da chi viene in Italia per la prima volta come da chi ci ritorna desideroso di ripetere ed approfondire l'esperienza.

Il rispetto per la nostra storia va coniugato con una adeguata apertura ai fenomeni globali. Come si possono collegare tra loro queste due esigenze apparentemente contraddittorie? Lo si può fare, afferma giustamente il Rapporto, solo valorizzando il territorio italiano in tutte le sue componenti .

Per raggiungere questo obiettivo, il rapporto mette in campo alcune idee. Tra cui quella di sfruttare l'attrazione della vetrina mondiale offerta dall'Expo 2015 per indirizzare i flussi di visitatori anche verso destinazioni alternative disseminate nelle diverse regioni secondo percorsi tematici.

Penso, in conclusione, che potremo imprimere un vero salto di qualità alle nostre politiche per il turismo solo se riusciremo a considerare sempre di più il turista non solo come uno straniero di passaggio e una potenziale fonte di guadagno, ma come un cittadino "temporaneo" al quale garantire servizi e diritti paragonabili a quelli di tutti gli altri cittadini. Da questo punto di vista le politiche davvero cruciali per il turismo non sarebbero soltanto quelle specificamente "turistiche" - ad esempio il miglioramento delle nostre strutture ricettive - ma anche quelle indirizzate a perseguire alcuni beni comuni che vanno a beneficio di tutti: dalla tutela ambientale e del territorio, alla legalità, alla qualità dei trasporti. Solo offrendo ai visitatori l'immagine di un paese civile e funzionante riusciremo ad affrontare la competizione internazionale e ad evitare il rischio di vedere ridotte le nostre più belle città a meri "parchi tematici" oggetto di uno sfruttamento commerciale intensivo.

A questa considerazione si collega un'altra che voglio fare. Le politiche per il turismo andrebbero pensate in modo integrato con le altre politiche rivolte all'accoglienza degli stranieri che vengono da noi per ragioni di lavoro, di studio, di cura o semplicemente alla ricerca di pace, di diritti e di sicurezza. Non possiamo - senza una insopportabile contraddizione - offrire servizi di lusso ai turisti affluenti e poi trattare in modo, a volte, inaccettabile i migranti che giungono in Italia dalle parti meno fortunate del mondo, spesso in condizioni disperate.

Dobbiamo dare l'esempio concreto di una cultura dell'accoglienza che sia integrale, a 360 gradi, e che sappia misurarsi con la sfida della globalizzazione, quella sfida che porta con sé, come è ovvio, anche maggiori opportunità di circolazione delle persone, e non soltanto delle merci, dei capitali, delle informazioni.

Sono certa che da questo incontro verranno importanti contributi di idee e di progetti utili anche al lavoro parlamentare. E anche per questo vi auguro buon lavoro.