09/05/2014
Aula di Palazzo Montecitorio

Celebrazione del “Giorno della memoria” dedicato alla vittime del terrorismo

Signor Presidente della Repubblica, signor Presidente del Senato, autorità, gentili ospiti. Buongiorno a voi tutti. Ci incontriamo qui oggi per ricordare chi non c'è più, per abbracciare chi è sopravvissuto a quei terribili anni di piombo e per unire in questo abbraccio anche le nostre figlie e i nostri figli. Loro, che all'epoca di quei tragici avvenimenti non erano ancora nati, ma a cui affidiamo la speranza di non vedere mai più ripetersi prove così dure per la nostra convivenza civile.

Le parole che abbiamo ascoltato hanno suscitato in noi una grande emozione. Sentire quell'elenco è stato terribile, quell'elenco è troppo lungo

La mia prima risposta ai vostri interventi è innanzitutto un grazie. Grazie per avere voluto condividere in quest'aula le vostre testimonianze, e so quanto vi sia costato. Grazie per il vostro coraggio e per il vostro impegno.

So che avete alle spalle anni difficili. Al dolore per la perdita dei vostri cari, già così grande e insopportabile, si è aggiunto spesso quello provocato da una giustizia che non arriva. Fa male sapere che in alcuni settori dell'apparato statale, quello Stato democratico per la cui difesa i vostri cari sono caduti, si annidavano figure opache più inclini a deviare che a ricercare la verità. Per questo ancora dopo tanti anni resta attuale come non mai la domanda di trasparenza.

Il mio grazie si estende al Capo dello Stato che oggi rappresenta nel modo più alto l'unità di un paese che si stringe attorno ai sui cittadini colpiti da quegli atti di insensata violenza.

Quella del terrorismo è stata una lunga stagione, costellata da vere e proprie stragi, come quelle commesse quarant'anni fa a Piazza della Loggia a Brescia e con l'attentato al treno Italicus e, dieci anni più tardi, sul Rapido 904. Si trattò di delitti funzionali a piani eversivi che miravano a colpire le istituzioni democratiche. La scelta crudele di uccidere persone inermi era parte di quel folle progetto.

Non meno odiosi furono i crimini contro singole persone, scelte come simbolo per il loro impegno nel mondo del lavoro, dell'imprenditoria, nella magistratura e nelle forze dell'ordine.

Al sacrificio di queste persone si devono purtroppo aggiungere le molte altre vittime del clima irrespirabile di odio politico che prevaleva in quegli anni.

Nel rievocare quel periodo, troppo spesso è accaduto che sotto i riflettori dei media, attraverso interviste o interventi pubblici, siano finiti più gli autori dei delitti che le vittime. Trovo quindi molto importante il fatto che tutti i sopravvissuti e i famigliari abbiano avuto dalla legge un'occasione solenne come questa per fare udire la loro voce e per sentire la concreta vicinanza delle istituzioni e di tutto il paese.

E' importante che attorno ai famigliari delle vittime si stringano oggi tanti giovani.

Care ragazze e cari ragazzi, negli anni bui del terrorismo io avevo pressappoco la vostra età: non potrò mai dimenticare il senso di angoscia e di indignazione che le notizie purtroppo assai frequenti degli attentati provocavano in me e nei miei coetanei. Quel dramma fu per molti di noi una molla potente per spingerci a capire la cause di quanto stava accadendo e per avviarci all'impegno nella politica o nella società. Spero che questo incontro, con le sue intense testimonianze, abbia lo stesso effetto su di voi. Vi possa aiutare a capire che la democrazia non è acquisita una volta per tutte, ma è esposta alle continue minacce di chi la vuole distruggere e ha bisogno quindi della partecipazione e dell'impegno critico di tutti i cittadini, specialmente dei giovani. Partecipazione e impegno critico che si alimentano attraverso il confronto, l'analisi e - come è stato più volte detto - la trasmissione della memoria alle nuove generazioni; ed in questo senso il protocollo che è stato siglato proprio questa mattina qui alla Camera tra Ministero dell'Istruzione e associazione dei familiari rappresenterà un fondamentale e prezioso tassello.

Di quell'impegno è parte essenziale poi la ricerca della verità sia in sede storica che giudiziaria.

Il Parlamento ha a lungo indagato attraverso le sue Commissioni di inchiesta su tanti aspetti ancora oscuri della nostra storia. Come sapete ho deciso di impegnarmi, insieme all'Ufficio di Presidenza, per rendere pubblico il maggior numero possibile di atti e documenti su cui hanno operato le diverse Commissioni parlamentari. Abbiamo da ultimo, ad esempio, chiesto al Governo di rimuovere la classificazione di segreto sugli atti che riguardano le "navi dei veleni" e l'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Proprio in questi giorni dal Governo è venuta la risposta positiva alla nostra richiesta. Una risposta che ci consente ora di rendere pubblica quella documentazione.

Il 9 maggio, la data dell'assassinio di Aldo Moro, è stata giustamente scelta come Giorno della memoria delle vittime del terrorismo per la densità di significati simbolici che questo triste anniversario riveste, un vero e proprio spartiacque nella coscienza civile del nostro paese.

Ma il 9 maggio è anche la data di un'altra ricorrenza: si celebra la Festa dell'Europa, a ricordo dell'iniziativa di Robert Schuman con cui si diede vita al primo nucleo dell'Europa unita: quella Comunità economica del carbone e dell'acciaio che avrebbe contribuito a porre la parola fine ai sanguinosissimi conflitti che avevano sconvolto l'Europa nella prima parte del secolo.

La difesa delle istituzioni democratiche è stata un altro fattore fondamentale deI processo di costruzione di una Europa unita. Insieme all'Italia, infatti, anche altri Paesi europei vennero colpiti dalla barbarie terroristica. La realizzazione di uno spazio comune europeo di sicurezza, libertà e giustizia è il modo migliore per voltare pagina definitivamente rispetto alla triste stagione dell'eversione e della violenza politica.

In coerenza con questo percorso, nei giorni scorsi ho chiesto al Governo e ai Presidenti di Gruppo di valutare l'opportunità di procedere alla ratifica della Convenzione europea del maggio 2000, in materia di collaborazione giudiziaria. Una ratifica chiesta anche da alcune associazioni delle vittime per ottenere il massimo di collaborazione da parte delle autorità giudiziarie di altri paesi anche nell'accertamento della verità sulle stragi terroristiche in Italia.

Al canto di apertura dell'inno nazionale che abbiamo prima ascoltato, farà quindi seguito quello, in chiusura, dell'inno europeo, anch'esso eseguito dalla corale dell'Istituto Parini di Catania, che ringrazio di cuore per avere aderito al nostro invito.

E' un inno all'Europa unita e cioè a quei valori universali di civiltà e di democrazia per i quali le vittime del terrorismo diedero la vita.

A loro va oggi il nostro grato e commosso ricordo.

Grazie ancora per la vostra partecipazione.