14/03/2014
Montecitorio, Sala della Regina

Intervento conclusivo - Conferenza internazionale 'Il valore dell'Europa. Crescita, occupazione e diritti: l'Unione europea alla prova'

Signor Presidente Meimarakis, Signori Presidenti di Parlamenti di Paesi europei, onorevoli deputati e senatori, Autorità, Signore e Signori, è con piacere misto a dispiacere che dichiaro conclusa questa conferenza. Il dibattito che si è sviluppato in questi giorni, prendendo spunto dalle interessanti osservazioni degli otto relatori - che ringrazio nuovamente - è stato per me e per tutti noi, credo, estremamente ricco di spunti.

Con alcuni di voi ci rivedremo a Vilnius tra poche settimane, in occasione della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'Unione europea, dove approfondiremo - per volontà della Presidente Loreta Graužinienė, che ringrazio - molti dei temi trattati qui a Roma.

Dai vostri interventi, cari colleghi, appare evidente che i Parlamenti europei chiedono con forza una nuova direzione per l'Europa. Nessuno di noi vuole tornare ad una gestione poco attenta dei conti pubblici, né evitare di rafforzare i meccanismi per garantire il rispetto dei diritti fondamentali nell'UE. Occorre però un miglior equipaggiamento per la nostra nave comune, in modo che possa recuperare la fiducia dei cittadini e continuare ad essere un modello per il resto del mondo. E questo lo dico anche agli 'euro-realisti' presenti, ribadendo che nessuno di noi può farcela da solo e che seguire i populisti che reclamano meno Europa non ci porterà lontano.

Questo compito spetta in via prioritaria ai Parlamenti. Se è vero, infatti, che le decisioni vengono prese in primo luogo dai Governi, è altrettanto vero che i Parlamenti sono le istituzioni che rendono vitale la democrazia e che rappresentano direttamente i cittadini.

Molti dei nostri Paesi hanno dovuto mettere in atto politiche di rigore molto dure, dal forte impatto sociale. Avete condiviso con noi un messaggio molto chiaro. Le misure di austerità sono socialmente sostenibili e possono essere accettate dai nostri cittadini solo a tre condizioni: che siano attuate per brevi periodi affiancate da misure di crescita e che noi membri delle istituzioni diamo il buon esempio, dimostrando di essere pronti anche noi a fare sacrifici.

I relatori che si sono susseguiti in questi due giorni ci hanno offerto alcune ricette per uscire tutti dalla crisi: se è vero che lo sviluppo tecnologico sta portando e rischia di portare a meno occupazione, è anche vero che l'Europa è sempre stata un leader mondiale in questo campo ed in quello, cruciale, della ricerca applicata. Ad una manualità diversa, ma affine, stanno tornando anche molti giovani, che riscoprono i legami con la terra e vedono un futuro nell'agroalimentare di qualità. E d'importanza curciale devono essere le politiche pubbliche, per orientare gli investimenti in formazione ed innovazione, veri propulsori della crescita. Con ciò non s'intende aumentare la spesa pubblica, ma far sì che le nostre politiche economiche siano più coordinate a tutti i livelli e che abbiano un disegno strategico e di lungo termine. Disegno che non sempre, a livello nazionale ed europeo, c'è stato finora.

Il ruolo delle istituzioni degli Stati membri dell'UE è cruciale anche nel garantire l'effettività dei diritti umani, che non può e non deve essere delegato esclusivamente all'Unione europea come affermato questa mattina. Sta anche all'UE, però, saper intervenire con efficacia qualora un Paese membro violi sistematicamente i diritti fondamentali. Violazioni che, come hanno sottolineato i relatori che hanno parlato oggi, riguardano ambiti nuovi - la rete, ad esempio, con la crescita esponenziale dei crimini d'odio, del cyber-harassment e del cyber-bullying - e non, come le discriminazioni di cui soffrono ancora le minoranze religiose, persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender, i migranti ed i rifugiati. Voler tutelare maggiormente i diritti non è solo una questione di principio. Come ha detto con grande efficacia uno dei relatori, la principale funzione del diritto è quella di generare fiducia. I diritti violati con impunità minano proprio la fiducia dei nostri cittadini.

Spero che questo nostro incontro possa contribuire ad un dibattito che prosegue da tempo e che deve dar vita ad azioni concrete. Abbiamo bisogno di un'Europa più forte, che risponda ai populismi dimostrando ciò che sa fare e rilanciando la crescita e l'occupazione, tuttora insufficienti in troppi Paesi membri. Abbiamo bisogno di un'Europa che tutela i diritti fondamentali - di tutti i diritti fondamentali - con efficacia e determinazione. Abbiamo bisogno di un'Europa che sappia ispirare i nostri vicini ed i Paesi più lontani ed alla quale i cittadini europei possano guardare con fiducia e speranza.

Sono certa che nonostante i problemi che stiamo vivendo, ciò accadrà e che sapremo dar vita alle decisioni che i nostri cittadini si aspettano da noi.

Grazie di nuovo, e arrivederci.