29/05/2014
Montecitorio, Sala della Regina

Presentazione del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulla semplificazione legislativa e amministrativa, condotta dalla Commissione parlamentare per la semplificazione

Saluto il Presidente della Commissione bicamerale per la semplificazione, Bruno Tabacci, e tutti i componenti della Commissione che ringrazio per avermi voluto invitare alla presentazione del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva svolta; saluto, inoltre, il Presidente Pajno e il dott. Rizzo; rivolgo, infine, un saluto a tutti i presenti. Sono lieta oggi di introdurre questo dibattito per almeno due motivi:

- il primo motivo è che il tema della semplificazione è oggi fondamentale, per tanti aspetti che proverò a sintetizzare;

- il secondo motivo è perché così posso esprimere l'apprezzamento per il lavoro compiuto dalla Commissione, che in soli tre mesi ha effettuato un serrato ciclo di audizioni, coinvolgendo tutti i soggetti interessati all'argomento: istituzioni, imprese, sindacati, professionisti, esperti, cittadini. Una delle prime audizioni - anche questo è importante - ha coinvolto un organismo internazionale prestigioso come l'OCSE che ha potuto così fornire una autorevole fotografia dall'esterno della situazione italiana in materia. Le impressioni che forniamo a interlocutori esterni sono infatti molto spesso più rivelatrici di qualsiasi "nostro autoscatto".

La commissione ha saputo poi condensare i risultati dell'indagine e le conseguenti conclusioni in un documento sintetico e proprio per questo assai efficace.

Il documento nasce dagli apporti di tutti i gruppi ed è stato approvato all'unanimità: è un segnale importante, in una materia che non produce divisioni tra le forze politiche ma che rappresenta un profilo comunque molto sensibile nel dibattito pubblico.

Il documento mette a nudo la capacità tutta italiana di complicare le cose, ma indica anche le possibili e realistiche linee di azione per ottenere concreti risultati migliorativi.

Torno al primo motivo per il quale sono lieta di essere qui: semplificare significa avere più libertà e nel contempo più responsabilità; più trasparenza e quindi più democrazia; maggiori possibilità di crescita.

La semplificazione implica a mio avviso uno Stato rifondato su un nuovo patto sociale, sulla fiducia e la responsabilizzazione reciproca in primo luogo tra gli enti pubblici ed i loro dipendenti ed in secondo luogo tra le istituzioni e le amministrazioni pubbliche da un lato ed i cittadini e le imprese dall'altro.

Le complicazioni nascono spesso da questa mancanza di fiducia, che porta a norme sempre più complicate e di dettaglio, che tutto vogliono regolare minuziosamente, provocando conseguenze negative: infatti, o si sfugge alle minuzie normative con ampie deroghe, rendendo così di fatto inapplicata la regola generale, oppure, comunque, tali minuzie favoriscono il contenzioso giudiziario e anche la corruzione.

L'ultima vicenda riguardante Expo 2015 si spiega anche così: la contorta e alluvionale normativa sugli appalti ha reso infatti a un certo punto necessario (in questo come in altri casi) ricorrere ad un regime derogatorio fin troppo ampio, che lascia campo libero a questi fenomeni.

C'è poi un altro aspetto specifico che attiene al modo in cui vengono scritte le leggi: leggere un testo normativo deve essere un esercizio facile ed accessibile a tutti. Non può essere un percorso ad ostacoli. Migliorare in questo senso il linguaggio e le tecniche con le quali si scrivono le norme è una scelta di trasparenza e di democrazia: se un testo è chiaro è più facile per i cittadini esprimere un giudizio sulle decisioni adottate dalla politica e intervenire nel merito. Per questo, in sede di riforma del Regolamento della Camera che la Giunta sta discutendo, si è deciso di intervenire anche per migliorare la qualità delle leggi, attraverso nuove procedure che limitino ad esempio l'uso dei maxiemendamenti, rendano ancor più rigorosi i criteri di ammissibilità degli emendamenti e rafforzino il ruolo del Comitato per la legislazione.

Occorre infatti pensare a normative meno complesse, ad un'amministrazione che dia fiducia a cittadini ed imprese ma che ne controlli le azioni.

E' necessario cioè sostituire i mille adempimenti burocratici, formali (cartacei o telematici) e tutte le certificazioni e le attestazioni che ci accompagnano nella nostra vita con procedure più snelle e controlli e verifiche sul campo.

Anche così potremo liberare appieno le energie di cui il Paese è ricco ma che spesso stentano a dispiegarsi perché rallentate da mille ostacoli.

Anche sul piano amministrativo il percorso di semplificazione deve procedere in modo più spedito. Sono stata la settimana scorsa in visita ufficiale negli Stati Uniti e ho svolto incontri molto interessanti. Uno di questi è stato a New York con giovani imprenditori italiani promotori di Start-up attive nel campo dell'innovazione tecnologica. Mi hanno confermato con molta chiarezza che la complessità e la farraginosità delle procedure burocratiche che in Italia sono necessarie per avviare e poi gestire una impresa è tra le tante cause per le quali chi ha idee da realizzare lascia il nostro Paese.

In conclusione, ritengo che si possa ribadire che vi è uno stretto legame funzionale tra semplificazione, trasparenza e democrazia: un sistema trasparente e democratico si poggia su regole chiare, facilmente conoscibili, su procedure semplici, su verifiche puntuali e su sanzioni commisurate alle condotte scorrette.

Dal documento della Commissione emerge una forte, unanime tensione verso questo obiettivo, che mi auguro che Parlamento e Governo possano perseguire e raggiungere insieme.

So che la Commissione sta lavorando a tradurre in una iniziativa legislativa le risultanze dell'indagine: mi auguro che la proposta di legge possa vedere la luce quanto prima e possa essere proficuamente esaminata dalle Camere.

Sono quindi grata alla Commissione tutta ed al Presidente Tabacci per il lavoro che ha svolto e sta svolgendo, che costituisce una solida base per costruire un futuro più semplice e quindi migliore, per tutti: amministratori, operatori, imprese e cittadini.

Grazie.