04/06/2014
Biblioteca della Camera dei deputati, Palazzo San Macuto

Cerimonia di inaugurazione del percorso espositivo per il 70° Anniversario della Liberazione di Roma '1943 - 1944. Roma, dall'occupazione alla liberazione'

Buongiorno a tutti. Saluto e ringrazio per la sua presenza il Presidente della Repubblica. Saluto il Presidente del Senato, il sindaco Marino e i signori Ambasciatori per essere qui con noi. E' con vero piacere che presento questa esposizione che abbiamo fortemente voluto per rafforzare la consapevolezza di uno degli eventi più importanti della storia contemporanea del nostro Paese. Un evento, quello della liberazione di Roma, che non rappresenta solo una svolta decisiva nella sanguinosa lotta contro il nazifascismo, ma che ha un grande significato nel processo di costruzione della democrazia italiana.

Intendo quindi ringraziare subito tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione: la Comunità ebraica romana, il Museo storico della liberazione di Via Tasso, Rai storia, l'Istituto Luce, l'Archivio audiovisivo del movimento operaio, l'Ansa. E voglio anche segnalare gli importantissimi apporti di privati o famiglie che hanno consentito l'esposizione di documenti di grande importanza storica, spesso mai esposti prima.

La mostra qui allestita nella Biblioteca della Camera illustra, in tutte le sue sfaccettature, il drammatico anno che, dal bombardamento di San Lorenzo del luglio 1943, conduce, quasi un anno dopo, alla liberazione di Roma. Pur mantenendo i necessari riferimenti alle vicende più importanti della storia d'Italia del 1943-1944, la mostra si orienta quindi specificamente sulla città di Roma, e sulla sua complessa realtà di gruppi sociali, quartieri, movimenti politici e resistenziali, cercando di restituire persone e vicende di quella drammatica fase storica.

Tra il settembre 1943 ed il giugno 1944 Roma è una città che vive nell'oppressione e nella paura. Le deportazioni, la repressione, le privazioni alimentari, la fame, i bombardamenti. Un intero quartiere, quello del Ghetto, svuotato dai suoi abitanti, inviati ad un destino di morte. Le periferie, dove la resistenza è forte e radicata, sottoposte a rastrellamenti sistematici, spesso prive di rifornimenti alimentari, segnate qua e là dai bombardamenti, sottoposte alle vessazioni delle truppe occupanti ma anche del peggior fascismo

Nella Roma occupata, tuttavia, la popolazione non resta inerte ma, in molti casi, reagisce, con la formazione di gruppi partigiani, con una diffusa rete di solidarietà nei confronti dei perseguitati, con atti di resistenza non violenta, con la pietà verso le vittime innocenti. In prima fila, sin dai primi momenti della difesa di Roma, sono le donne, di tutti i livelli sociali e culturali, che assicurano un apporto continuo alla resistenza, riconquistando una spazio pubblico che per tanti anni era stato loro negato dal fascismo.

Molte di loro si impegnano direttamente alla resistenza militare, altre partecipano a quella resistenza quotidiana che si realizza offrendo rifugio ed aiuto a congiunti e perseguitati, garantendo la tenuta delle famiglie e del tessuto sociale.

Ma tra le donne furono tante anche le vittime. Penso all'assalto ai forni: in una sola giornata, il 7 aprile del '44, durante l'assalto al forno Tesei sull'Ostiense vennero uccise in 10. Penso a Teresa Gullace, che ispirò il personaggio di Sora Pina interpretato da Anna Magnani in "Roma città aperta". Madre di 5 figli, in attesa del sesto, fu freddata per non aver rispettato l'ordine di un militare di fermarsi, mentre cercava di avvicinarsi al marito detenuto in una caserma di viale Giulio Cesare.

Penso infine a suor Teresina, al secolo Cesarina D'Angelo, uccisa per essersi scagliata contro un soldato tedesco che stava strappando una medaglietta d'oro ad un granatiere caduto nella battaglia.

La liberazione del 4 giugno non può cancellare i drammatici episodi dei mesi precedenti, né le distruzioni subite dai quartieri, e neppure sanare le ferite aperte dalle deportazioni, dalle uccisioni arbitrarie, dalle torture. La vita nella città resta dura e piena di privazioni. Ma con la liberazione si avvia la ricostruzione della città e soprattutto la ricostruzione della vita civile e politica. Dopo un ventennio di dittatura rinasce la stampa libera, si svolgono comizi, riprende la vita politica che porta a ricostruire un quadro democratico in cui i cittadini cominciano a confrontarsi sul futuro della città e del Paese. In questo senso, la liberazione di Roma - prima capitale dell'Europa occupata ad essere sottratta all'oppressione nazifascista - costituisce una tappa fondamentale nella costruzione della nostra democrazia repubblicana.

La mostra - pur in un contesto di necessario rigore storiografico- è stata concepita per essere facilmente fruibile da parte della cittadinanza, grazie anche alla proiezione di alcuni dei più significativi film e documentari dedicati al tema.

Ciò in linea con l'indirizzo generale di massima apertura al pubblico della Biblioteca e in generale della Camera dei Deputati.

Grazie.