23/01/2017
Camera dei deputati, Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari

Saluto introduttivo alla proiezione del docu-film ‘Son morto che ero bambino. Francesco Guccini va ad Auschwitz’, di Francesco Conversano e Nene Grignaffini, in occasione del Giorno della Memoria

Buon pomeriggio a tutte e a tutti.

Saluto e ringrazio per aver promosso questo incontro la deputata Sandra Zampa e il deputato Walter Verini: li ringrazio perché ci hanno dato una grande occasione oggi per riflettere su un tema che ritengo di primaria importanza.

Saluto le persone che poi prenderanno la parola prima della proiezione del film: Ruth Dureghello, Presidente della Comunità Ebraica di Roma; Raffaella Zuccari, insegnante dell'Istituto Salvo D'Acquisto di Gaggio Montano; Monsignor Matteo Zuppi, Vescovo di Bologna; Francesco Guccini; Walter Veltroni. E poi saluto Sami Modiano: un saluto speciale a lui e a sua moglie Salma; e Nene Grignaffini che, insieme a Francesco Conversano, è autrice del film documentario.

Saluto tutte le autorità presenti, i parlamentari, il Presidente Romano Prodi che mi fa piacere vedere qui con noi, e l'onorevole Furio Colombo a cui tanto dobbiamo. Grazie, veramente grazie. Dobbiamo anche al suo impegno se abbiamo un "Giorno della memoria": grazie a una legge che il 20 Giugno del 2000, con voto unanime, ci consentì di ricordare ogni anno questa importante giornata.

Oggi siamo qui in occasione del "Giorno della memoria", che poi celebreremo venerdì prossimo, 27 Gennaio, insieme alle altre cariche istituzionali al Quirinale. Cinquant'anni fa Francesco Guccini, con la sua "Auschwitz", ci faceva un grande regalo, ci faceva un dono perché attraverso quella canzone descrisse con un testo potente l'abominio nel campo di sterminio, raccontando come venivano uccisi uomini, donne e bambini.

E oggi, dopo l'esperienza del suo primo viaggio ad Auschwitz, insieme a Monsignor Zuppi e ad altre persone, ci farà un altro dono, che passa attraverso le immagini. E' un racconto filmato a tutela della memoria, perché l'umanità è stata capace di fare qualcosa di terribile e quello che ci sembra impossibile è accaduto. Per questo spero che questo documentario venga visto da tanti ragazzi e ragazze.

Un anno fa, anche a me è capitato di andare ad Auschwitz-Birkenau ed era la mia prima volta in quel luogo. Non vi racconterò le mie emozioni, perché non è questo che conta, ma ciò che è importante è quello che ho potuto testimoniare in quel viaggio. Eravamo con Sami, con le sorelle Bucci: loro erano stati testimoni. Immaginatevi cosa voglia dire fare questo viaggio con qualcuno che aveva vissuto quell'esperienza. Insieme a noi c'erano insegnanti e centinaia di studenti.

Questa è una delle cose più belle che Walter Veltroni ha potuto avviare, e lo ringrazio perché questi viaggi sono la cosa più utile per i nostri giovani. Se tutti vedessero la testimonianza del luogo, allora ci sarebbe molto meno odio, molta meno intolleranza, sia sul web che fuori del web. E credo che se tutti potessero fare quel viaggio non ci sarebbe revisionismo, non ci sarebbe negazionismo e non ci sarebbero neanche certe correnti razziste, xenofobe che oggi attraversano la nostra Europa e anche il nostro Paese. Ecco, se tutti potessero fare quel viaggio, noi non dovremmo stare qui oggi a sottolinearne l'utilità. E se tutti facessero quella visita ad Auschwitz-Birkenau, non saremmo testimoni di un orribile commercio di simboli nazisti e fascisti, gadget che vengono venduti, che vanno a ruba. C'è chi compra questi gadget, chi spende soldi per questi oggetti e ne va orgoglioso. Io penso che, se tutti facessero questo viaggio, probabilmente l'antisemitismo e ogni altra forma di discriminazione sarebbero molto più limitate, perché quell'esperienza ti impone di pensare che quella è stata la cosa più aberrante che potesse accadere.

D'altra parte, noi abbiamo una Costituzione che ci dà dei principi fortissimi e che noi dobbiamo tenere sempre vivi e attuali. L' articolo 3 ci dice che siamo tutti uguali, che non c'è discriminazione per religione, per sesso, per lingua, per appartenenza a un gruppo sociale, non c'è discriminazione per religione. I viaggi della memoria sono il più potente antidoto contro l'odio e l'intolleranza, perché per i ragazzi che li fanno non solo è un viaggio formativo per la loro cultura democratica e civile, ma è anche il tempo della responsabilità, perché facendolo si assumono la responsabilità di prendere il testimone da Sami, dalle sorelle Bucci e tanti altri.

Dopo non potranno dire di non sapere, perché hanno ascoltato le vostre parole. Quindi quel viaggio significa che non si torna più indietro, con quel viaggio si è deciso da che parte stare.

Credo che questa catena della memoria non debba mai e poi mai spezzarsi, mai. Noi che rappresentiamo le istituzioni abbiamo il dovere di tenerla viva, di investire risorse, di fare in modo che questi giovani continuino ad andare. Al tempo stesso noi dobbiamo fare tutto quello che è nelle nostre facoltà per evitare che simili atrocità si ripetano.

E da questa memoria dobbiamo trovare la forza per combattere, per affermare ogni giorno i principi della convivenza civile, il rispetto delle minoranze, tutto quello che oggi viene rimesso in discussione.

Viviamo un tempo in cui quello che si dava per scontato oggi non lo è più, e chi si oppone alla deriva viene sistematicamente aggredito, viene fatto a pezzi, delegittimato. Chi parla di razzismo, chi parla di inclusione sociale oggi rischia, rischia in proprio. Ma noi non dobbiamo certo soccombere rispetto a questa tendenza, perché è sulle ceneri di Auschwitz che sono nate le nostre Costituzioni e l'Organizzazione delle Nazioni Unite. E' su quelle ceneri che è nato il processo di integrazione europea, perché la pace si ha solo quando gli Stati entrano in una federazione quando gli Stati si sono federati. La federazione, come diceva Immanuel Kant, è l'unica possibilità per vivere in pace. E allora noi quel processo di integrazione lo dobbiamo tenere vivo. Dobbiamo dire: mai più persecuzioni sul suolo europeo e mai più guerre tra di noi.

Quindi, cari amici e gentili ospiti, noi questi moniti non li dobbiamo considerare retorici, bensì qualcosa che ci deve riportare ogni giorno alle nostre responsabilità. Dobbiamo ricordarlo sempre tutti.

Vi ringrazio.