29/05/2017
Montecitorio, Sala della Lupa

Saluto introduttivo all'incontro 'Il tempo è scaduto' per la prevenzione e la cura del tumore al seno "Breast Unit" in tutta Italia, promosso dall'Associazione Europa Donna

Buon pomeriggio a tutte e a tutti, saluto la presidente di Europa Donna, Rosanna D'Antona e il dottor Corrado Tinterri, del gruppo di coordinamento per l'implementazione della Rete delle Strutture di Senologia, del ministero della Salute. Europa Donna - vale la pena di ricordarlo - è l'associazione ispirata dal professor Veronesi che nasce nel 194 a Milano.

Saluto e ringrazio le altre relatrici, le deputate Paola Binetti e Paola Boldrini, componenti dell'intergruppo per le donne, i diritti e le pari opportunità.

E saluto le associazioni arrivate da tutta Italia e che appunto operano su tutto il territorio nazionale per la lotta contro il tumore al seno.

Saluto e ringrazio l'amica Cinzia Sasso, Consigliera di Europa Donna Italia, che modererà questo incontro.

Ci tenevo molto a essere qui oggi, così come ci tenevo ad ospitare alla Camera questo evento perché il tema che tratta è un tema cruciale per noi donne. E siccome la questione di genere è per me fondamentale, e ne ho fatto uno dei capisaldi della mia Presidenza, volevo che questa discussione si facesse qui.

Oggi noi parliamo di un tema importante: la lotta contro il tumore al seno. La malattia delle donne, possiamo anche definirla così. Perché se è vero che il carcinoma mammario colpisce anche gli uomini, è altrettanto vero che l'incidenza non è neanche paragonabile: di tumore al seno in Italia si ammala una donna su otto. La media maschile è di un uomo su 620.

Va tuttavia sottolineato che oggi di tumore al seno si guarisce. Secondo i dati dell'Associazione italiana registro tumori, la sopravvivenza media dopo 5 anni dalla diagnosi è dell'87%.

Merito dell'avanzamento della ricerca, sicuramente. Ma anche delle diagnosi precoci.

E arriviamo al nocciolo del nostro incontro: siamo qui oggi per parlare di strumenti che sono al fianco delle donne nella diagnosi.

Mi riferisco alle cosiddette "Breast Unit", le unità senologiche che sono centri di assistenza specializzati nella diagnosi, nella cura e nella riabilitazione psicofisica delle donne colpite dal cancro al seno. Seguono, cioè, la paziente in ogni fase della malattia, dal primo apparire fino al debellamento.

Voi avete realizzato un video, che è molto ben fatto, in cui si dice che il tempo a nostra disposizione è scaduto. E' un video che chiama tutti in causa, nessuno escluso: si rivolge alle autorità di governo, alle autorità regionali, a chiunque abbia delle responsabilità, ricordando che il tempo è scaduto. Perché l'Italia è in ritardo nella costituzione di una Breast Unit per regione: sarebbero dovute nascere entro il 2016 tra le 130 e le 150 unità, come ci eravamo impegnati a fare con l'Europa, che sin dal 2003 aveva raccomandato la costituzione di un centro senologico ogni 250.000 abitanti.

Ad oggi non è così: solo in alcune regioni l'iter per la costituzione delle breast unit è in via di completamento. Questo sicuramente denota un ritardo insopportabile.

Ma il Parlamento italiano si è occupato di questo tema. Adesso le colleghe deputate ne parleranno, penso che sia anche mio dovere ricordarlo: sono dello scorso febbraio le risoluzioni approvate dal Senato a larga maggioranza che impegnano, tra le altre cose, il Governo a garantire l'attivazione delle breast unit in tutte le regioni per il 2017.

E appena cinque giorni fa la deputata Paola Boldrini, che prenderà la parola fra poco, ha presentato un'interrogazione alla ministra della Salute sulle breast unit. Adesso ci sintetizzerà lei stessa la risposta.

Quello che io mi posso impegnare a fare è sollecitare io stessa la Ministra affinché anche a livello regionale questo iter venga seguito e monitorato; che venga 'resuscitata' la Commissione che era stata istituita e che purtroppo si è riunita una sola volta, prima che se ne perdessero le tracce.

Noi oggi qui alla Camera vogliamo mantenere accesi i riflettori su una situazione che ci interessa, e nel fare questo chiamo in causa l'intergruppo per le donne i diritti e le pari opportunità della Camera, che certo vigilerà sul tema. Ed infatti oggi prenderanno la parola proprio due deputate che fanno parte di quest'organismo, un organismo al quale hanno aderito oltre 100 deputate di ogni orientamento politico, proprio perché si possa lavorare insieme a fare leggi o emendamenti che vanno a vantaggio delle donne del nostro Paese.

All'inizio non è stato semplice, perché quando appartengono a gruppi politici, non sempre le donne sono disponibili a discutere tra di loro questioni che riguardano le donne. La motivazione politica ha la meglio sull'essere donna. Io ho cercato di capovolgere questo atteggiamento, questo approccio: prima siamo donne, poi siamo anche espressione di partiti politici: il che significa che dobbiamo trovarlo, un terreno comune per fare provvedimenti che vanno a favore delle donne. Sono sicura che attraverso Paola Boldrini e Paola Binetti l'intergruppo potrà essere attivo e mobilitare a sua volta l'interesse delle regioni, perché oggi il problema oggi è a livello regionale.

Nel video voi chiamate in causa una alleanza, parlate di una lobby in senso positivo. Bene, noi qui alla Camera abbiamo uno strumento importantissimo, una lobby delle donne in senso positivo ed è appunto l'intergruppo. Ed è con le deputate dell'intergruppo che io mi auguro possiate continuare ad essere in contatto.

La salute delle donne non è solo la salute delle donne. Come dice l'Organizzazione mondiale della Sanità, se la donna sta bene è tutta la collettività che sta bene. E' la cartina di tornasole per capire come sta una società, un Paese. E' su questo che bisogna lavorare.

Io penso che le tematiche che riguardano le donne, i diritti delle donne e la loro fruizione, debbano essere più centrali nelle agende politiche e di governo. Per troppo tempo si è dato per scontato che fosse tutto a posto. E invece non è così, nulla è a posto: c'è uno zoccolo di misoginia nel nostro Paese che è forte e persiste. Allora noi dobbiamo continuare a farci sentire,ad alzare la voce, ad essere in grado affermare i nostri diritti. Un'iniziativa come la vostra va in questa direzione.

Grazie.