25/05/2017
Montecitorio, Sala della Lupa

Saluto introduttivo alla presentazione del rapporto ‘Termometro della corruzione’

Buongiorno a tutti e a tutte

Saluto e ringrazio gli amici di 'Riparte il futuro': Federico Anghelè e Giulio Carini, che presenteranno tra poco il Rapporto, e Priscilla Robledo, che coordina i nostri lavori.

Poi lo studio sarà commentato da due 'firme' importanti e autorevoli: Paolo Ielo, Procuratore Aggiunto qui a Roma, e Bill Emmott, giornalista e saggista britannico a cui stanno sempre molto a cuore le vicende italiane.

Ci tenevo veramente ad ospitare qui alla Camera il 'Termometro della Corruzione': non solo perché è un tema purtroppo ancora di grande attualità, ma anche perché in questa legislatura 'Riparte il futuro' ha lasciato proprio un segno, vorrei dire, e mi sembra giusto rendere pubblicamente omaggio a tutto questo.

Anzi, se possibile, l'impronta era stata data fin dalla campagna elettorale. Molti di noi sono entrati in questa istituzione con un braccialetto bianco al polso. Ora io capisco che facciamo meno notizia dei costosi Rolex al centro delle cronache di qualche settimana fa, ma io voglio ricordare quel braccialetto bianco con il quale noi ci siamo impegnati a varare, con azioni concrete una volta eletti, un'efficace normativa anticorruzione.

Prima di ricordare quello che si è fatto - perché è un dovere anche rendicontare il proprio operato: siamo quasi a fine legislatura e mi sembra anche il tempo per farlo - vorrei sottolineare due elementi.

Il primo è che tra le conseguenze della corruzione voi sottolineate quella della fascia sociale che più paga il prezzo alto: i giovani. Sono loro a fare le spese della corruzione, quelli disoccupati in particolar modo. Lo stesso ragionamento vale per la corruzione come per la disuguaglianza: sono entrambe inaccettabili dal punto di vista etico - e già per me sarebbe sufficiente - ma lo sono anche dal punto di vista economico.

La corruzione, oltre a essere una gigantesca "questione morale", è anche una vera e propria rapina di risorse ai danni della collettività, e dei giovani in particolare, perché il corruttore e il corrotto sono persone che mettono le mani nelle nostre tasche e ci sottraggono risorse che invece potrebbero essere utilizzate diversamente.

E poi c'è un secondo elemento che mi ha colpito: la quantità di indicatori nella quale avete scomposto il dato riassuntivo sulla corruzione. Nel rapporto si legge che ci sono misuratori differenti: dal livello di clientelismo alla trasparenza delle decisioni pubbliche, dall'indipendenza del sistema giudiziario alla facilità di risoluzione delle controversie per le imprese; poi c'è la difficoltà o la semplicità di fare business. Insomma, ci sono moltissime voci.

Su alcuni indicatori è intuitiva la correlazione con la corruzione: se la Pubblica Amministrazione non è trasparente o è lenta, è evidente che aumenta il rischio di interventi illeciti per velocizzare le pratiche. Poi ci sono, invece, altri indicatori in cui il nesso è meno scontato: per esempio lo sviluppo digitale. Più c'è digitalizzazione e più si riduce l'ambito della corruzione. E allora anche questo è bene tenere a mente: perché la digitalizzazione è una necessità del nostro paese, non solo per lo sviluppo economico - anche qui vedete le due cose insieme - ma anche per arginare la possibilità di corruzione.

E poi il vostro studio indica che la corruzione non incide solo sul Pil, ma fa anche di peggio: indebolisce la fiducia, già bassa, dei cittadini verso le istituzioni, danneggia la credibilità del nostro paese all'estero. E poi la corruzione rappresenta una spinta ad andare via: la cosiddetta "fuga dei cervelli" si deve anche alla corruzione.

Quindi, se il nostro Paese non cresce, è anche perché abbiamo la zavorra della corruzione della quale è imperativo e doveroso liberarsi.

Fare buone leggi è un compito al quale abbiamo in larga misura assolto in questa legislatura. Si può sempre fare di più, evidentemente, però vorrei ricordare a questa platea che non siamo stati con le mani in mano.

Abbiamo rafforzato i poteri dell'Autorità Nazionale Anti-Corruzione; abbiamo riformulato il reato di scambio elettorale politico-mafioso; abbiamo introdotto gli ecoreati; abbiamo inasprito le pene per la corruzione e gli altri reati contro la pubblica amministrazione; abbiamo fatto la riforma del reato di falso in bilancio, che di fatto era stato abrogato; abbiamo introdotto il delitto di autoriciclaggio; c'è stata anche la revisione del Codice della trasparenza e pubblicità della pubblica amministrazione - il c.d. Foia (Freedom of Information Act).

E ancora, qui alla Camera, abbiamo fatto due cose che ritengo molto significative. Uno: abbiamo introdotto una regolamentazione della presenza dei lobbisti. Adesso alla Camera c'è un registro dei lobbisti e c'è una regolamentazione della loro presenza: sappiamo dove sono, come possono muoversi all'interno della Camera, chi vanno a vedere e, per la prima volta, abbiamo un modo per tracciare questa presenza.

Due: per la prima volta abbiamo introdotto un codice di condotta dei deputati. Anche questo non c'era mai stato in questa istituzione e credo sia un passaggio importante.

Per esempio, all'articolo 4 c'è scritto che non si possono accettare regali - nell'esercizio delle funzioni parlamentari - che vadano oltre i 250 euro. Anche questo penso sia un indice di attenzione verso questi temi, specialmente in un momento in cui le cattive notizie in questo ambito continuano ad arrivare.

E' chiaro che aver regolato la presenza dei lobbisti alla Camera non vuol dire aver regolato la materia delle lobbies, vorrei che questo fosse chiaro. La normativa sulle lobbies, che io ritengo indispensabile, non è ancora stata portata a conclusione.

E poi c'è la riforma della prescrizione che, come è noto, è inserita nella legge di riforma del processo penale. Una questione che nei prossimi giorni avremo in aula.

Credo che sia importante che le istituzioni vengano spronate da fuori a fare quello che è rilevante per i cittadini. E ritengo che almeno per l'abolizione dei vitalizi agli ex parlamentari condannati in via definitiva per reati gravi ci sia stata dall'esterno una spinta indispensabile, che ha portato gli Uffici di Presidenza di Camera e Senato ad abolirli.

A me e al Presidente Grasso vennero consegnate 500 mila firme, e questo ci ha aiutato a vincere qualche resistenza che ci poteva essere.

Vi ringrazio ancora una volta per aver fatto questo tipo di pressione, perché la cittadinanza attiva è quella che serve alle istituzioni. Le istituzioni non sono un mondo a parte: non è che se uno entra a Montecitorio si ammala di un virus, perde la testa e diventa un'altra persona.

Qui dentro c'è chi rappresenta il popolo italiano, c'è il Paese. Se i deputati prima di essere eletti erano espressione di valori che venivano riconosciuti da chi andava a votare, queste persone qui continuano ad essere espressione di quei valori.

Non è che qui ci sia il concentrato del peggio e fuori vada tutto bene. Questa è una versione assolutoria, ma non funziona così. Questo è lo specchio della società. E io ci tengo a sottolinearlo, perché mi fa veramente arrabbiare chi dice che sono tutti uguali, che fa tutto schifo. No, non esiste un ragionamento di questo genere: la generalizzazione uccide l'intelligenza e uccide anche la verità.

Fuor di metafora: il problema della corruzione - e non lo dico con soddisfazione - nel nostro Paese è molto più articolato, è presente nel pubblico come nel privato, nelle istituzioni ma anche in altri ambiti. Lo vediamo nelle cronache quotidiane: non c'è nessun settore che si può considerare al sicuro.

Certo, la politica dovrebbe essere d'esempio.

Le istituzioni sono chiamate ad essere doverosamente trasparenti, i cittadini impegnati, i corpi intermedi coinvolti e ascoltati nei percorsi decisionali. E servono anche partiti riformati.

I partiti sono importanti per la democrazia, ce lo dice la nostra Costituzione. Nella mia precedente attività, lo sapete, ho lavorato 25 anni nelle agenzie delle Nazioni Unite, ho visitato tanti paesi del mondo dove non c'era democrazia e, spesso, in queste situazioni c'era solo un partito.

I partiti, dunque, sono espressione di democrazia, come lo sono i sindacati, quelli veri, che rappresentano le istanze di chi lavora.

Sono convinta che i partiti abbiano una funzione essenziale nella democrazia, riconosciuta dalla Costituzione; ma hanno anche il dovere di arrivare prima della magistratura ai necessari cambiamenti, perché quando arriva la magistratura il danno è fatto e la sfiducia e il disdoro aumentano.

Per questo mi auguro che la legge che dà attuazione all'articolo 49 della Costituzione, approvata alla Camera nel giugno scorso e ora all'esame del Senato, possa essere definitivamente approvata. Un provvedimento che servirebbe a far capire che ci possono essere partiti puliti, trasparenti e capaci di corrispondere alle aspettative dei cittadini.

Vi ringrazio ancora una volta per il lavoro che fate, per come lo fate, e vi chiedo: insistete a fare cittadinanza attiva e a richiedere alle istituzioni e alla politica quello che è giusto.