23/01/2018
Montecitorio, Sala della Regina

Partecipazione all’incontro ‘Perseguitati per legge. 1938, ottant’anni fa le leggi razziali’, in occasione del Giorno della Memoria

Buon giorno a tutte e a tutti.

Saluto la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Noemi Di Segni: la saluto e la ringrazio per aver voluto organizzare insieme a noi questa iniziativa; la giornalista Paola Severini Melograni - che conosco da molti anni - che modererà questo nostro incontro; le signore Mirella Fiorentini e Bianca Bosco Tedeschini Lalli, che renderanno le loro testimonianze sugli effetti delle leggi razziali. Saluto le insegnanti e le insegnanti, gli studenti e le studentesse dei Licei Renzo Levi e Virgilio, che sono qui e che prenderanno la parola. Saluto la Comunità ebraica, saluto tutti gli esponenti che sono qui presenti.

Saluto la musicista Ann Stupay, le cui doti artistiche abbiamo avuto modo di apprezzare poco fa.

Oggi siamo qui perché tra pochi giorni, il 27 Gennaio, ricorrerà il "Giorno della memoria", che venne istituito con voto unanime del Parlamento italiano nel 2000, nell'anniversario dell'apertura dei cancelli di Auschwitz nel 1945.

Da allora, una volta aperti quei cancelli, il mondo intero ha iniziato a prendere coscienza dell'orrore inimmaginabile che si era realizzato per anni dietro quelle mura, dietro quei fili spinati, e anche negli altri campi di concentramento e di sterminio costruiti in vari Paesi europei.

In Italia ce ne furono circa quaranta - pensate - e se ne parla sempre pochissimo. Ci fu una rete di questi centri e i principali, ragazze e ragazzi, forse li avete già sentiti: erano a Fossoli, a Bolzano, nella Risiera di San Sabba, a Borgo San Dalmazzo.

E questa è la prima dimostrazione di quanto sia falsa quella favola - perché non so come definirla altrimenti - di un fascismo buono, che venne poi condizionato da un nazismo cattivo. Se così fosse non avremmo le prove evidenti che invece venne scelto, venne pensato, organizzato.

Ad Auschwitz, a Buchenwald, a Dachau e negli altri lager si consumò non una follia, non un impeto omicida, ma un programma pianificato e scrupolosamente, perfino burocraticamente eseguito, un programma di annientamento del popolo ebraico insieme ad altre minoranze. Basta con l'idea della follia: qui ci fu un approccio scientifico, programmato, studiato nei minimi particolari. Hanna Arendt parlò della "banalità del male".

In questo Palazzo c'è una targa che ricorda che nel 1943 morì in un campo di stermino insieme alla moglie e ai tre figli l'avvocato Carlo Finzi. Era uno studioso ed era anche il direttore dei resoconti della Camera dei deputati: venne prelevato e portato nel campo di concentramento a morire.

E poi c'è un'altra targa, posta alle mie spalle, che venne messa dieci anni fa e condanna la vergogna delle leggi antiebraiche e delle leggi razziste.

Lo sterminio degli ebrei non fu un evento improvviso, ma fu preparato negli anni dai regimi fascista e nazista. E un punto di svolta di questa preparazione furono le leggi razziali approvate in Germania e in Italia, con contenuto pressoché identico.

I 'regi decreti', lo abbiamo visto anche nello spettacolo interessante che è stato messo in scena l'altra sera dalla Comunità ebraica - possiamo chiamarlo "processo al Re", anche se non era inteso in questo senso - istituirono per legge un sistema ossessivamente discriminatorio nei confronti degli ebrei. Furono approvati nell'Aula di Montecitorio, era il 14 dicembre del 1938.

Quindi siamo all'ottantesimo anniversario di quella drammatica decisione. Abbiamo i resoconti che ci dicono quello che accadde. Ci dicono che furono approvati per acclamazione - e potete immaginare con quale disagio io dica questo: per acclamazione - anche se poi il presidente dell'Assemblea chiese ai deputati di deporre nell'urna la scheda votata. Tutti favorevoli. Nessuna voce contraria. Come mai nessuna voce contraria? Io penso che dobbiamo sapere da chi era composta a quel tempo la Camera dei deputati per capire perché non ci fu una voce contraria. Quella non era più una libera assemblea parlamentare, perché era stata eletta con metodo plebiscitario. C'era una sola lista bloccata di 400 nomi, dunque era stata già predisposta dal regime. Gli italiani non potevano scegliere, c'era una sola lista con nomi già scelti e i nomi erano stati scelti dal partito fascista. Quindi tutti d'accordo, tutti favorevoli.

Non è un caso che nella stessa seduta in cui ci fu questa vergogna e che approvò, appunto, le leggi razziali, l'istituzione cambiò natura: quel che restava della Camera dei deputati cessò di esistere anche nella denominazione e fu istituita la Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Praticamente l'assemblea diventava una diretta e assoluta propaggine del partito fascista.

Qual era l'obiettivo di queste terrificanti leggi razziali? Era quello di sradicare e di espellere i cittadini ebrei dalla vita civile, culturale e lavorativa del nostro Paese. Immaginatevi che vuol dire, dall'oggi al domani, che una vostra compagna viene presa e mandata via senza una ragione logica ai vostri occhi. Perché è una compagna come voi, non c'è nulla che giustifichi questo allontanamento. Perché lei e non io? Che c'è di diverso tra lei e me? Venne fatto questo. Perché? Perché lei aveva la sua religione e non si poteva praticarla. Un abominio rispetto al quale ci si aspettava un freno da parte del Re. Anche perché fu un suo predecessore, Carlo Alberto, a concedere la cosiddetta emancipazione ad ebrei e valdesi, seppure in modo limitato. Ma il Re non si oppose affatto. E quando la maggioranza degli italiani, il 2 Giugno del 1946 - in un'altra sala noi abbiamo un'altra targa che lo ricorda - scelse la Repubblica, lo fece anche ricordando le responsabilità della monarchia nell'emanazione delle leggi razziali, oltre che nella guerra che aveva messo in ginocchio il nostro Paese. I provvedimenti contro la razza, così venivano detti, ebbero conseguenze pesanti nella vita quotidiana di migliaia di persone. Dall'oggi al domani ti trovi senza più un lavoro, senza più la condizione sociale, non sei più niente, sei qualcuno da espellere. Ma di queste conseguenze normalmente si parla poco. Per questo abbiamo deciso di ascoltare stamattina testimonianze dirette e indirette di persone che videro improvvisamente cambiare la loro esistenza.

C'è una domanda che nel corso dei decenni che abbiamo alle spalle le donne e gli uomini liberi si sono posti rispetto a questo: come è stato possibile? Come è stato possibile decidere di discriminare una parte del nostro popolo? Come è stato possibile che, tranne poche eccezioni, i più condivisero questa decisione? Come è stato possibile che i professori che vennero cacciati poi vennero rimpiazzati e quasi nessuno si pose il problema che non fosse etico prendere quei posti? Come è stato possibile anche solo immaginare le camere a gas e i forni crematori? E gli eccidi di Marzabotto, di Sant'Anna di Stazzema, delle Fosse Ardeatine? Come è stato possibile? Cosa è mancato affinché ci potesse essere una reazione? "Che l'Italia del Beccaria" disse Calamandrei "fosse potuta diventare un paese di carnefici e di torturatori, l'Italia di Mazzini un paese di nazionalisti oppressori dell'altrui libertà, l'Italia del Manzoni un paese di sconci razzisti". Come è stato possibile? Allo stesso modo in tanti si mostrarono increduli che la Germania di Goethe, di Beethoven, di Heine potesse generare Hitler e i suoi gerarchi. Ma queste domande dobbiamo continuare a porcele. Sapete perché? Perché in tanti, ancora oggi, sottovalutano il pericolo rappresentato dal proliferare di gruppi, soprattutto di ragazzi, che si ispirano chiaramente al fascismo e al nazismo. Che professano idee di odio e di discriminazione, che ripropongono il vecchio armamentario razzista e antisemita sostenuto dalle falsità del revisionismo e del negazionismo.

Il Parlamento italiano ha approvato nel 2016 la legge che punisce il cosiddetto negazionismo. Un atto importante e doveroso. Ma non bastano le leggi e le sanzioni, che pure sono necessarie e vanno applicate. Bisogna discutere con le ragazze e con i ragazzi perché devono capire che cosa è successo in quel periodo. Io sono stata qualche anno fa ad Auschwitz-Birkenau e ho visto quanto erano contenti i ragazzi in quell'occasione. Andammo insieme a visitare quella realtà, ho visto come erano arrivati e poi come sono ripartiti da Birkenau, ho visto il cambiamento di quei ragazzi. Bisogna farne di più di queste visite, perché nessuno che è entrato lì dentro potrà poi dire che quello fu uno scherzo, che non era vero, nessuno! Così come noi dobbiamo fare in modo che la memoria venga coltivata: i ragazzi sono colpiti quando chi ha vissuto quella tragedia parla. E io sono felice che una testimone come Liliana Segre sia stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica. Grazie Presidente, Liliana onorerà il nostro Parlamento!

I siti e le pagine Facebook che aumentano continuamente, quei siti e quelle pagine che inneggiano al fascismo e al nazismo, vanno chiusi, sono le pagine della vergogna! Ci sono migliaia e migliaia di followers. Io ho anche scritto a Zuckerberg per sottolineare che questa dimensione non è sostenibile per una democrazia, che il fascismo e il nazismo furono tragedie globali, che non si può dire semplicemente che "il reato di apologia di fascismo esiste in Italia, è una questione nazionale, noi non ce ne occupiamo". Non si può più reagire così perché altrimenti si diventa parte del problema. E quindi io mi auguro che ci sia più attenzione e anche più sollecitazione riguardo a questo importante network, a questa importante piattaforma, che non si sottovaluti il fatto che sta diventando parte della diffusione di un pensiero criminale, di una dimensione che ha causato dolore e morte nel nostro continente e non solo. Chiudo dicendo che oggi il nostro pensiero va a tutti gli ebrei che subirono l'orrore delle leggi razziali e a tutte le persone che dal fascismo e dal nazismo furono perseguitate, imprigionate, torturate e uccise.

A loro diciamo non soltanto che non dimentichiamo quel passato, ma che continuiamo ad impegnarci, giorno per giorno, lo facciamo, lo faremo, per un futuro in cui nessuno più potrà minacciare la nostra libertà e la nostra democrazia.

Vi ringrazio.