Partecipazione all'incontro 'Servizio Civile. Giovani per un'Italia solidale', nell'ambito dell'edizione speciale dell'iniziativa 'Montecitorio a porte aperte' in occasione della Festa Nazionale della Repubblica
Signori rappresentanti del Governo, autorità civili e militari, ragazze e ragazzi. A tutti voi un caloroso benvenuto alla Camera dei deputati. Voi oggi, così numerosi, prendete posto dove normalmente siedono i deputati e le deputate, nell'aula in cui si discutono - a volte anche molto vivacemente - e si approvano le leggi dello Stato. La scelta di avervi qui deriva dalla volontà che abbiamo di aprire le porte di questa istituzione ai cittadini, perché questo non è solo il Palazzo dove i deputati e le deputate esercitano il loro mandato: Montecitorio è la casa di tutti gli italiani!
Poche settimane fa, in questa stessa aula, sugli stessi posti che occupate voi, abbiamo accolto e letteralmente abbracciato le partigiane e i partigiani che ci hanno donato la democrazia, in occasione del 70° anniversario della Liberazione dal nazifascismo.
E prima ancora si sono riuniti in quest'aula seicento sindaci di tante città italiane, grandi e piccole. Del Nord, del Centro e del Sud, per rappresentare e discutere i problemi che preoccupano maggiormente i cittadini italiani, quei cittadini che loro, i sindaci, i rappresentanti in prima linea delle istituzioni, incontrano e amministrano quotidianamente.
Per la stessa ragione, ogni prima domenica del mese, con l'iniziativa "Montecitorio a porte aperte", entrano in quest'aula centinaia di persone che visitano il Palazzo e ai quali io stessa faccio da guida per raccontare come si lavora qui dentro, l'iter delle leggi, le attività delle Commissioni e dell'Assemblea.
Sono convinta che anche fare questo sia utile per colmare la distanza che persiste purtroppo tra i cittadini e le istituzioni. Superare questa frattura, ricostruire un rapporto di fiducia con il popolo italiano è la priorità assoluta per chi rappresenta le istituzioni.
E tanto si adopera in questo senso Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al quale voglio inviare anche a nome di tutti voi, in una giornata così significativa, un caloroso saluto e un sincero augurio di buon lavoro.
Oggi celebriamo la festa della Repubblica. Ricordiamo cioè una giornata lieta e importante di 69 anni fa, quando nel referendum istituzionale oltre 12 milioni di elettori (pari al 54,3% dei votanti) dissero no alla monarchia, troppo compromessa con il regime fascista e con la tragica avventura della guerra, e decretarono la nascita della Repubblica italiana.
Quel giorno, per la prima volta nella storia italiana, poterono votare anche tutte le donne. Dunque, ragazzi e ragazze, una ragione in più per festeggiare.
Quella a favore della Repubblica fu una scelta di chiara rottura con il passato. Gli italiani, ancora circondati dalle rovine della devastazione bellica, volevano guardare avanti e costruire un futuro migliore per sé e per le generazioni a venire. Volevano che l'Italia fosse un paese democratico, giusto e moderno.
Ma che cosa è la Repubblica?
Non è soltanto una forma di Stato, contrapposta alla monarchia. E' una comunità di cittadini sovrani fondata sul diritto e sul bene comune. E' quindi certamente le sue istituzioni, nazionali e locali, è le sue forze armate, che abbiamo salutato ancora questa mattina alla sfilata lungo via dei Fori Imperiali e alle quali va la gratitudine di tutto il popolo italiano; ma è anche chi, come voi, si associa e si impegna per perseguire il benessere e la giustizia sociale.
Fateci caso: la nostra Costituzione, all'articolo 3, quello che richiama il fondamentale principio dell'uguaglianza, quando afferma che occorre "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che… impediscono il pieno sviluppo della persona umana…" assegna questo compito non al Governo, non allo Stato ma appunto alla "Repubblica" e cioè alle istituzioni e all'intera comunità dei nostri concittadini. Tutti e tutte dobbiamo adoperarci per combattere le diseguaglianze. Questo ci dice la nostra Carta fondamentale.
E voi - attraverso il servizio civile - date un grande contributo a rimuovere quegli ostacoli, assistendo le persone bisognose e promuovendo attività educative e culturali. E anche voi assolvete al "dovere" (come dice l'art. 52 della Costituzione) di difendere la patria, perché siete impegnati per la tutela del territorio a difesa dell'ambiente e del patrimonio artistico e culturale del nostro paese, così come siete impegnati per la pace, con la vostra presenza in altri paesi.
Tutto questo lo fate volontariamente, con un atto di generosità per il quale la Nazione intera deve esservi grata.
Ecco perché, insieme al Ministero del Lavoro, abbiamo scelto di festeggiare con voi la ricorrenza del due giugno. E ringrazio il Ministro Poletti, il sottosegretario Bobba, che interverranno. Cosi come ringrazio gli Enti impegnati nel servizio civile che sono presenti oggi così numerosi.
Ma il servizio civile, per svolgere i suoi compiti fondamentali e la sua missione di solidarietà ha bisogno del pieno sostegno delle istituzioni. Di un sostegno economico innanzitutto. E non si tratta certo di una spesa improduttiva. Tantomeno di uno spreco. E' un investimento utile e perfino conveniente perché con le sue attività il servizio civile copre aree di intervento sociale sulle quali dovrebbero agire altrimenti gli apparati pubblici.
Un investimento che contiene anche un forte valore "etico" innanzitutto perché offre una occasione di impegno sociale a ragazze e ragazzi di una generazione fortemente segnata dalla precarietà e dall'incertezza sul proprio futuro.
E poi è un'attività che ci aiuta a smentire tanti pregiudizi e luoghi comuni sull'Italia.
Il nostro Paese viene spesso descritto come irrimediabilmente viziato dall'egoismo, dal malaffare e dal mito dell'arricchimento facile. Intendiamoci: questi germi esistono e purtroppo si diffondono nella nostra società.
Ma l'Italia non è tutta così, lo dobbiamo dire. E non lo è anche perché esistete voi. Perché c'è tanta gente che ha voglia di fare qualcosa per gli altri e che vuole partecipare - questa è la parola-chiave: partecipare - alla costruzione di un paese migliore.
E' l'Italia generosa e solidale di cui voi siete una espressione tanto significativa.
E' per tutti noi un motivo di orgoglio e un segnale di speranza sapere che nel servizio civile operano adesso anche giovani originari di altri paesi. Giovani che fanno parte di questo tessuto sociale, che vogliono bene all'Italia e si adoperano per il suo futuro.
Grazie, allora. Grazie a tutti voi per quello che state facendo. Le istituzioni della Repubblica vi sono e vi saranno vicine. E vi daranno il loro sostegno.
Perché è giusto. Perché lo meritate e perché l'Italia ha bisogno di voi.
Partecipazione all'incontro 'Servizio Civile. Giovani per un'Italia solidale', nell'ambito dell'edizione speciale dell'iniziativa 'Montecitorio a porte aperte' in occasione della Festa Nazionale della Repubblica
Signori rappresentanti del Governo, autorità civili e militari, ragazze e ragazzi. A tutti voi un caloroso benvenuto alla Camera dei deputati. Voi oggi, così numerosi, prendete posto dove normalmente siedono i deputati e le deputate, nell'aula in cui si discutono - a volte anche molto vivacemente - e si approvano le leggi dello Stato. La scelta di avervi qui deriva dalla volontà che abbiamo di aprire le porte di questa istituzione ai cittadini, perché questo non è solo il Palazzo dove i deputati e le deputate esercitano il loro mandato: Montecitorio è la casa di tutti gli italiani!
Poche settimane fa, in questa stessa aula, sugli stessi posti che occupate voi, abbiamo accolto e letteralmente abbracciato le partigiane e i partigiani che ci hanno donato la democrazia, in occasione del 70° anniversario della Liberazione dal nazifascismo.
E prima ancora si sono riuniti in quest'aula seicento sindaci di tante città italiane, grandi e piccole. Del Nord, del Centro e del Sud, per rappresentare e discutere i problemi che preoccupano maggiormente i cittadini italiani, quei cittadini che loro, i sindaci, i rappresentanti in prima linea delle istituzioni, incontrano e amministrano quotidianamente.
Per la stessa ragione, ogni prima domenica del mese, con l'iniziativa "Montecitorio a porte aperte", entrano in quest'aula centinaia di persone che visitano il Palazzo e ai quali io stessa faccio da guida per raccontare come si lavora qui dentro, l'iter delle leggi, le attività delle Commissioni e dell'Assemblea.
Sono convinta che anche fare questo sia utile per colmare la distanza che persiste purtroppo tra i cittadini e le istituzioni. Superare questa frattura, ricostruire un rapporto di fiducia con il popolo italiano è la priorità assoluta per chi rappresenta le istituzioni.
E tanto si adopera in questo senso Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al quale voglio inviare anche a nome di tutti voi, in una giornata così significativa, un caloroso saluto e un sincero augurio di buon lavoro.
Oggi celebriamo la festa della Repubblica. Ricordiamo cioè una giornata lieta e importante di 69 anni fa, quando nel referendum istituzionale oltre 12 milioni di elettori (pari al 54,3% dei votanti) dissero no alla monarchia, troppo compromessa con il regime fascista e con la tragica avventura della guerra, e decretarono la nascita della Repubblica italiana.
Quel giorno, per la prima volta nella storia italiana, poterono votare anche tutte le donne. Dunque, ragazzi e ragazze, una ragione in più per festeggiare.
Quella a favore della Repubblica fu una scelta di chiara rottura con il passato. Gli italiani, ancora circondati dalle rovine della devastazione bellica, volevano guardare avanti e costruire un futuro migliore per sé e per le generazioni a venire. Volevano che l'Italia fosse un paese democratico, giusto e moderno.
Ma che cosa è la Repubblica?
Non è soltanto una forma di Stato, contrapposta alla monarchia. E' una comunità di cittadini sovrani fondata sul diritto e sul bene comune. E' quindi certamente le sue istituzioni, nazionali e locali, è le sue forze armate, che abbiamo salutato ancora questa mattina alla sfilata lungo via dei Fori Imperiali e alle quali va la gratitudine di tutto il popolo italiano; ma è anche chi, come voi, si associa e si impegna per perseguire il benessere e la giustizia sociale.
Fateci caso: la nostra Costituzione, all'articolo 3, quello che richiama il fondamentale principio dell'uguaglianza, quando afferma che occorre "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che… impediscono il pieno sviluppo della persona umana…" assegna questo compito non al Governo, non allo Stato ma appunto alla "Repubblica" e cioè alle istituzioni e all'intera comunità dei nostri concittadini. Tutti e tutte dobbiamo adoperarci per combattere le diseguaglianze. Questo ci dice la nostra Carta fondamentale.
E voi - attraverso il servizio civile - date un grande contributo a rimuovere quegli ostacoli, assistendo le persone bisognose e promuovendo attività educative e culturali. E anche voi assolvete al "dovere" (come dice l'art. 52 della Costituzione) di difendere la patria, perché siete impegnati per la tutela del territorio a difesa dell'ambiente e del patrimonio artistico e culturale del nostro paese, così come siete impegnati per la pace, con la vostra presenza in altri paesi.
Tutto questo lo fate volontariamente, con un atto di generosità per il quale la Nazione intera deve esservi grata.
Ecco perché, insieme al Ministero del Lavoro, abbiamo scelto di festeggiare con voi la ricorrenza del due giugno. E ringrazio il Ministro Poletti, il sottosegretario Bobba, che interverranno. Cosi come ringrazio gli Enti impegnati nel servizio civile che sono presenti oggi così numerosi.
Ma il servizio civile, per svolgere i suoi compiti fondamentali e la sua missione di solidarietà ha bisogno del pieno sostegno delle istituzioni. Di un sostegno economico innanzitutto. E non si tratta certo di una spesa improduttiva. Tantomeno di uno spreco. E' un investimento utile e perfino conveniente perché con le sue attività il servizio civile copre aree di intervento sociale sulle quali dovrebbero agire altrimenti gli apparati pubblici.
Un investimento che contiene anche un forte valore "etico" innanzitutto perché offre una occasione di impegno sociale a ragazze e ragazzi di una generazione fortemente segnata dalla precarietà e dall'incertezza sul proprio futuro.
E poi è un'attività che ci aiuta a smentire tanti pregiudizi e luoghi comuni sull'Italia.
Il nostro Paese viene spesso descritto come irrimediabilmente viziato dall'egoismo, dal malaffare e dal mito dell'arricchimento facile. Intendiamoci: questi germi esistono e purtroppo si diffondono nella nostra società.
Ma l'Italia non è tutta così, lo dobbiamo dire. E non lo è anche perché esistete voi. Perché c'è tanta gente che ha voglia di fare qualcosa per gli altri e che vuole partecipare - questa è la parola-chiave: partecipare - alla costruzione di un paese migliore.
E' l'Italia generosa e solidale di cui voi siete una espressione tanto significativa.
E' per tutti noi un motivo di orgoglio e un segnale di speranza sapere che nel servizio civile operano adesso anche giovani originari di altri paesi. Giovani che fanno parte di questo tessuto sociale, che vogliono bene all'Italia e si adoperano per il suo futuro.
Grazie, allora. Grazie a tutti voi per quello che state facendo. Le istituzioni della Repubblica vi sono e vi saranno vicine. E vi daranno il loro sostegno.
Perché è giusto. Perché lo meritate e perché l'Italia ha bisogno di voi.