15/09/2015
Montecitorio, Sala della Regina

Saluto introduttivo al convegno 'Programma il futuro'

Un cordiale benvenuto a tutte e a tutti. Saluto e ringrazio la Ministra dell'Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, tutte le autorità che sono qui oggi con noi e i tanti bambini qui presenti in sala. Sono molto lieta di ospitare qui alla Camera la presentazione di una iniziativa che reputo importante e che in un certo senso dà seguito alla esperienza del primo CoderDojo organizzato in contemporanea a Montecitorio e al Miur nell'ottobre dell'anno scorso, quando la Sala della Regina si era riempita di piccoli giovani programmatori.

- Sentiamo dire spesso che oggi i linguaggi di programmazione, sarebbero da considerarsi come le lingue straniere qualche decennio fa. "Devi imparare l'inglese o il francese!", ci dicevano i nostri genitori. Le cose non sono alternative credo, non consiglierei a una figlia che inizia oggi le elementari di trascurare l'inglese o di rinunciare a un'altra lingua straniera a vantaggio di un corso di programmazione. Caldeggerei forse la scelta di entrambi: le lingue e la programmazione. Questo per sottolineare che mai come nella nostra epoca la tecnologia è stata capace di cambiare il nostro modo di vivere così velocemente. E non ci deve sorprendere il risultato di un sondaggio pubblicato dal sito Information Age in Gran Bretagna su un campione di 1000 famiglie: l'insegnamento di un linguaggio di programmazione, come per esempio Phython, è più popolare tra i bambini tra 5 e 11 anni che l'insegnamento del francese. Sono i nativi digitali, quei bambini e ragazzi che non sanno immaginare un mondo non mediato dal computer, come i giovani della mia generazione non sapevano immaginarlo senza telefono.

- E' vero, le nuove generazioni sono avanti, ma noi genitori, noi istituzioni, non possiamo scordarci la responsabilità che abbiamo di proteggerle dai rischi che accompagnano la transizione tecnologica e di sostenerle affinché ne possano beneficiare al meglio. Per questo Programma il futuro è un progetto importante. Attraverso l'educazione al pensiero computazionale svela ai giovani quanto sia complesso l'ingranaggio che sta dietro un'apparentemente semplice e pagina web. Gli svela "il trucco". Gli offre quegli strumenti per capire che spesso il Web ci vuole consumatori passivi e che invece conoscendo i meccanismi che muovono la Rete possiamo orientarci meglio in questo nuovo mondo pieno di opportunità di conoscenza e sviluppo, ma anche di insidie.

- Sappiamo che il nostro Paese sconta un grave ritardo a livello europeo sulla rete digitale, la cosiddetta banda larga e ultra-larga, una delle infrastrutture indubbiamente più strategiche per il nostro futuro. Colmare il digital divide in Italia non significa solo combattere il nuovo volto della diseguaglianza, significa anche ridare all'economia del nostro Paese gli strumenti necessari per competere. Ma su un altro punto dobbiamo essere d'accordo: i cavi della fibra ottica, le cosiddette "nuove autostrade", non sortiranno gli effetti auspicati se non verranno messe in atto politiche mirate alla formazione dei nostri giovani. Un approccio che il progetto "Programma il futuro" riflette in pieno.

- Non è un caso che la Commissione speciale istituita qui a Montecitorio che ha elaborato la Dichiarazione dei diritti in internet, abbia stabilito, all'Art. 2, stabilito che il "Diritto di accesso alla rete è un diritto fondamentale della persona e condizione per il suo pieno sviluppo individuale e sociale." E subito dopo, all'Art. 3, abbia inserito il "Diritto alla conoscenza e all'educazione in rete", specificando che: "Le Istituzioni pubbliche promuovono, in particolare attraverso il sistema dell'istruzione e della formazione, l'educazione all'uso consapevole di Internet e intervengono per rimuovere ogni forma di ritardo culturale che precluda o limiti l'utilizzo di Internet da parte delle persone."

- Penso che la scuola abbia il ruolo più importante da giocare nella battaglia per preservare la Rete perché sia davvero aperta a tutti e libera da fenomeni violenti come il cyberbullismo, una Rete che rappresenti un grande spazio di opportunità, di sviluppo e conoscenza dei nostri tempi. Dobbiamo avere la determinazione e la lungimiranza di adeguare questa nostra scuola al nostro tempo.

Vi auguro buon lavoro e visto che purtroppo sarò costretta a lasciarvi prima della fine dei lavori, mi congratulo in anticipo con gli studenti e con i parlamentari che saranno premiati da "Programma il futuro".