15/10/2015

Intervento della Presidente in occasione della Cerimonia per il 60° Anniversario dell'ingresso dell'Italia nelle Nazioni Unite

Signor Presidente della Repubblica, Signor Segretario generale delle Nazioni Unite, Signor Presidente del Senato, Signor Presidente del Consiglio, membri del Governo, colleghi parlamentari, Autorità, Signore e Signori, la cerimonia di oggi avviene in un anno cruciale.

Settant'anni fa, infatti, sulle macerie lasciate dal secondo conflitto mondiale, vennero istituite le Nazioni Unite, con l'obiettivo di creare un nuovo ordine internazionale basato sul mantenimento della pace e della sicurezza, così come sulla tutela e la promozione dei diritti umani. E quest'anno celebriamo anche il sessantesimo anniversario dell'ingresso dell'Italia nell'ONU. Un ingresso non scontato, nel contesto post-bellico ed in un mondo diviso in blocchi contrapposti. Un ingresso che sancì il pieno ritorno del nostro Paese nella comunità delle nazioni.

Oggi, quella stessa comunità delle nazioni - profondamente mutata con la fine del colonialismo, prima, e con la caduta della Cortina di Ferro, poi - si trova di fronte a sfide enormi. Il cambiamento climatico, che deve essere arrestato per scongiurare conseguenze catastrofiche per l'umanità intera. I flussi sempre maggiori di persone in fuga da conflitti, persecuzioni e povertà, da governare nel rispetto dei diritti fondamentali, senza illudersi di poterli bloccare con muri o fili spinati. Il diffondersi del terrorismo estremista e della sua violenza nichilista, che va affrontato nella sua interezza e complessità, unendo le forze in un'alleanza tra civiltà. Le diseguaglianze crescenti tra Paesi ed all'interno degli Stati, che dobbiamo sforzarci di ridurre. Tutti fenomeni, questi, che colpiscono con forza la regione mediterranea e che vedono il nostro Paese in prima linea.

Nel darle il benvenuto nell'Aula della Camera dei deputati, dunque, Signor Segretario generale, credo di esprimere un sentire comune quando affermo che il mondo di oggi ha bisogno delle Nazioni Unite. Ne ha bisogno, forse, come mai prima nella storia degli ultimi settant'anni.

Senza le Nazioni Unite, i sessanta milioni di migranti forzati al mondo - l'equivalente della popolazione italiana - non riceverebbero l'assistenza che spesso fa la differenza tra la vita e la morte. Senza le Nazioni Unite, non avremmo i trattati che ci guidano nella lotta alle violazioni dei diritti umani ed alle discriminazioni. Senza le Nazioni Unite, milioni di bambini non verrebbero vaccinati, né potrebbero studiare.

Così come, senza le Nazioni Unite, tutti i Paesi del mondo non si sarebbero riuniti, poche settimane fa a New York, per sottoscrivere la nuova Agenda per lo sviluppo sostenibile, che, per la prima volta si configura come un patto tra tutti gli Stati, inclusi quelli sviluppati. Un patto nella cui attuazione giocheranno un ruolo fondamentale i Parlamenti, in cui siedono i rappresentanti eletti dai cittadini.

E' per questo che abbiamo voluto invitare alla cerimonia odierna gli Ambasciatori dei Paesi membri delle Nazioni Unite accreditati in Italia. Oggi, qui, celebriamo l'Italia nell'ONU, ma anche l'ONU stessa e tutto ciò che essa rappresenta.

Per sessant'anni, l'Italia ha condiviso gli obiettivi delle Nazioni Unite ed ha contribuito a realizzarli. Il nostro Paese, dalla vocazione tradizionalmente e naturalmente multilaterale - per storia e per cultura - ha giocato e gioca tuttora un ruolo fondamentale nelle missioni di mantenimento della pace. L'Italia sostiene con convinzione l'operato delle Agenzie, dei Fondi e dei Programmi dell'ONU, non solo attraverso i finanziamenti, ma anche tramite il lavoro instancabile di migliaia di funzionarie e funzionari italiani. Ospita importanti uffici delle Nazioni Unite, incluse le sedi centrali della FAO, del PAM e dell'IFAD.

L'Italia, in questi sessant'anni, ha costantemente difeso i principi ed i valori enunciati nella Carta delle Nazioni Unite e che sottendono l'azione dell'organizzazione.

Ed è per difendere quei principi e quei valori che il nostro Paese è anche, da decenni, uno degli Stati che con maggiore convinzione si battono per sostenere un'Europa unita. In un mondo globale, l'impatto dei singoli Paesi non può che essere limitato. E' solo unendosi in comunità ed organizzazioni sovranazionali che potremo incidere realmente sul futuro dei nostri figli. Oggi, dunque, è necessario rilanciare la prospettiva degli Stati Uniti d'Europa, di una federazione che parli ed agisca con una sola voce, ivi compreso all'interno delle Nazioni Unite.

Nel concludere, mi permetta di aggiungere una considerazione. La sua presenza qui in quest'Aula, Signor Segretario generale, è per me fonte di emozione ed orgoglio anche per motivi personali. Per venticinque anni, le Nazioni Unite sono state per me molto più di un datore di lavoro. Ho avuto infatti il privilegio di poter mettere in atto quotidianamente i valori in cui credevo ed in cui credo tuttora.

Un patrimonio che mi ha consentito anche di poter esercitare oggi questo importante ruolo. La ringrazio dunque per aver accettato il nostro invito e per il messaggio che vorrà trasmettere al Parlamento italiano.