Saluto introduttivo alla manifestazione conclusiva dei corsi della 'Scuola di scienza e tecnica della legislazione' dell'ISLE (Istituto per la Documentazione e gli Studi Legislativi)
Sono molto lieta di introdurre oggi la cerimonia per presentazione delle esercitazioni elaborate dagli allievi dei Corsi XXVI e XXVII della Scuola di Scienza e Tecnica della Legislazione, organizzata dall'ISLE, l'Istituto per la documentazione e gli studi legislativi.
Saluto, in particolare, il Presidente dell'Istituto, Augusto Barbera, il Segretario generale, Silvio Traversa, e i professori Mario Fiorillo, Giuseppe Ugo Rescigno e Michele Ainis.
Voglio in via preliminare sottolineare che è stata quanto mai felice la scelta dei temi delle due esercitazioni, che attengono entrambi a questioni di straordinaria rilevanza ed attualità sul piano politico-istituzionale e al tempo stesso di estrema complessità tecnico-giuridica.
Le proposte di legge redatte dagli allievi dei due corsi intervengono, infatti, su contesti caratterizzati da una forte frammentazione e lacunosità della normativa nonché da oscillazioni della giurisprudenza che, per certi aspetti, rischiano di pregiudicare l'esercizio effettivo di diritti riconosciuti dalla Costituzione, dal diritto internazionale e dall'ordinamento dell'Unione europea.
Ciò vale anzitutto per la proposta di legge recante una "Disciplina organica in tema di diritto d'asilo, protezione internazionale, protezione sussidiaria e altre misure di protezione umanitaria", risultato della prima esercitazione.
Il testo ha il merito di cogliere e di sviluppare coerentemente alcuni dati giuridici fondamentali, a partire dalla configurazione dell'asilo come diritto costituzionale soggettivo perfetto, in piena coerenza con il dettato dell'articolo 10, terzo comma, della Costituzione.
Conseguentemente, la proposta costruisce una disciplina organica dell'istituto, prospettando il superamento della disorganicità e delle evidenti carenze della normativa attualmente in vigore, frutto di interventi limitati al solo recepimento delle direttive europee in materia.
Molto importante è anche la differenziazione, formale e sostanziale, in coerenza con il diritto internazionale, tra l'asilo, la protezione internazionale e altre misure di protezione umanitaria, posizioni giuridiche trattate in modo sostanzialmente omogeneo nel nostro ordinamento vigente. La proposta di legge riserva correttamente a ciascuna di queste diverse situazioni una disciplina specifica e articolata.
Apprezzabile è, infine, la espressa inclusione nell'ambito della protezione dei c.d. rifugiati ambientali, coloro che sono in fuga da territori colpiti da gravi calamità naturali. Si tratta di un fenomeno che, purtroppo, potrebbe far registrare un forte incremento nei prossimi decenni in ragione dell'impatto dei cambiamenti climatici, come denunciato da autorevoli studi.
Un fenomeno che, pertanto, il legislatore, nazionale come europeo, non dovrebbe ignorare.
Anche il tema oggetto della seconda esercitazione, la "Disciplina generale della consultazione pubblica", è di particolare rilevanza ed attualità.
La consultazione pubblica dei cittadini e di tutti gli altri soggetti interessati da parte delle Istituzioni costituisce infatti una fondamentale espressione del principio di democrazia partecipativa ed è uno strumento decisivo sia per la qualità della decisione pubblica sia per la sua trasparenza e condivisione.
Gli istituti di democrazia partecipativa, tra cui rientra anche l'iniziativa legislativa dei cittadini, non si pongono in contrapposizione alla democrazia rappresentativa ma al contrario la rafforzano, contribuendo alla corretta formazione delle scelte politiche e legislativa. Occorre dunque promuovere il ricorso a questi istituti e non renderne troppo complicata o incerta l'effettiva attivazione.
Il Trattato sull'Unione europea nonché le Costituzioni e/o la legislazione di alcuni Paesi membri prevedono espressamente il ricorso alla consultazione pubblica e dispongono conseguentemente di una normativa quadro.
In particolare, la preparazione di proposte legislative o altre iniziative della Commissione europea è preceduta da ampie consultazioni on-line, svolte sulla base di appositi documenti e questionari. La Commissione pubblica poi una sintesi degli esiti della consultazione. Pertanto, tutti i soggetti interessati sono posti nelle condizioni di manifestare ex ante la propria posizione sui temi inseriti nell'agenda politica e legislativa della Commissione.
Nel nostro ordinamento - in cui esistono normative specifiche in materia soprattutto a livello di autorità indipendenti e di regioni - si avverte invece l'assenza di una disciplina generale che stabilisca con certezza e omogeneità presupposti, forme e termini per le consultazioni pubbliche. Lacuna che il testo della proposta frutto dell'esercitazione è rivolta appunto a colmare con soluzioni coerenti ed ambiziose.
Mi piace sottolineare che su questo tema e, in generale, sul rafforzamento degli istituti di democrazia partecipativa e diretta, il Parlamento e, in particolare, la Camera sono stati molto attivi nella legislatura in corso.
Alla Camera, abbiamo anzitutto svolto - per la prima volta - due consultazioni pubbliche: la prima in vista della elaborazione di una dichiarazione dei diritti di Internet ed una seconda relativa al sito Camera.
In secondo luogo, nel progetto di riforma del Regolamento della Camera, che da mesi è pronta per essere esaminata dall'Aula, si prevede l'obbligo di prendere in considerazione le proposte di iniziativa popolare in tempi certi e ravvicinati. In attesa della riforma ho peraltro sollecitato più volte i gruppi a chiedere la calendarizzazione delle numerose proposte di iniziativa popolare già pervenute.
In terzo luogo, nel disegno di legge costituzionale approvato dalla Camera in prima lettura nello scorso febbraio, si stabiliscono, novellando l'articolo 71 della Costituzione, due importanti innovazioni di cui purtroppo si parla poco.
Con riferimento alle proposte di iniziativa popolare - che dovranno essere sostenute da numero minimo di firmatari pari a 150mila elettori - si dispone che ne sia garantito l'esame nei tempi, nelle forme e nei limiti stabiliti dai regolamenti parlamentari.
Al fine di favorire più in generale la partecipazione dei cittadini alla determinazione delle politiche pubbliche, si demanda ad una legge costituzionale la definizione di condizioni ed effetti di referendum popolari propositivi e d'indirizzo, nonché di "altre forme di consultazione, anche delle formazioni sociali".
Abbiamo inteso con questi interventi di riforma, in corso di finalizzazione, adeguare il dettato costituzionale e quello del Regolamento della Camere alle istanze di partecipazione attiva dei cittadini, sempre più diffuse e decisive per riavvicinare le Istituzioni alla gente in una fase di crisi come quella attuale.
Confido, in conclusione, che i pregevoli testi elaborati dagli allievi della Scuola di Scienza e Tecnica della Legislazione possano offrire - come già avvenuto in passato - spunti utili anche per il dibattito parlamentare e pubblico su questi temi.
Saluto introduttivo alla manifestazione conclusiva dei corsi della 'Scuola di scienza e tecnica della legislazione' dell'ISLE (Istituto per la Documentazione e gli Studi Legislativi)
Sono molto lieta di introdurre oggi la cerimonia per presentazione delle esercitazioni elaborate dagli allievi dei Corsi XXVI e XXVII della Scuola di Scienza e Tecnica della Legislazione, organizzata dall'ISLE, l'Istituto per la documentazione e gli studi legislativi.
Saluto, in particolare, il Presidente dell'Istituto, Augusto Barbera, il Segretario generale, Silvio Traversa, e i professori Mario Fiorillo, Giuseppe Ugo Rescigno e Michele Ainis.
Voglio in via preliminare sottolineare che è stata quanto mai felice la scelta dei temi delle due esercitazioni, che attengono entrambi a questioni di straordinaria rilevanza ed attualità sul piano politico-istituzionale e al tempo stesso di estrema complessità tecnico-giuridica.
Le proposte di legge redatte dagli allievi dei due corsi intervengono, infatti, su contesti caratterizzati da una forte frammentazione e lacunosità della normativa nonché da oscillazioni della giurisprudenza che, per certi aspetti, rischiano di pregiudicare l'esercizio effettivo di diritti riconosciuti dalla Costituzione, dal diritto internazionale e dall'ordinamento dell'Unione europea.
Ciò vale anzitutto per la proposta di legge recante una "Disciplina organica in tema di diritto d'asilo, protezione internazionale, protezione sussidiaria e altre misure di protezione umanitaria", risultato della prima esercitazione.
Il testo ha il merito di cogliere e di sviluppare coerentemente alcuni dati giuridici fondamentali, a partire dalla configurazione dell'asilo come diritto costituzionale soggettivo perfetto, in piena coerenza con il dettato dell'articolo 10, terzo comma, della Costituzione.
Conseguentemente, la proposta costruisce una disciplina organica dell'istituto, prospettando il superamento della disorganicità e delle evidenti carenze della normativa attualmente in vigore, frutto di interventi limitati al solo recepimento delle direttive europee in materia.
Molto importante è anche la differenziazione, formale e sostanziale, in coerenza con il diritto internazionale, tra l'asilo, la protezione internazionale e altre misure di protezione umanitaria, posizioni giuridiche trattate in modo sostanzialmente omogeneo nel nostro ordinamento vigente. La proposta di legge riserva correttamente a ciascuna di queste diverse situazioni una disciplina specifica e articolata.
Apprezzabile è, infine, la espressa inclusione nell'ambito della protezione dei c.d. rifugiati ambientali, coloro che sono in fuga da territori colpiti da gravi calamità naturali. Si tratta di un fenomeno che, purtroppo, potrebbe far registrare un forte incremento nei prossimi decenni in ragione dell'impatto dei cambiamenti climatici, come denunciato da autorevoli studi.
Un fenomeno che, pertanto, il legislatore, nazionale come europeo, non dovrebbe ignorare.
Anche il tema oggetto della seconda esercitazione, la "Disciplina generale della consultazione pubblica", è di particolare rilevanza ed attualità.
La consultazione pubblica dei cittadini e di tutti gli altri soggetti interessati da parte delle Istituzioni costituisce infatti una fondamentale espressione del principio di democrazia partecipativa ed è uno strumento decisivo sia per la qualità della decisione pubblica sia per la sua trasparenza e condivisione.
Gli istituti di democrazia partecipativa, tra cui rientra anche l'iniziativa legislativa dei cittadini, non si pongono in contrapposizione alla democrazia rappresentativa ma al contrario la rafforzano, contribuendo alla corretta formazione delle scelte politiche e legislativa. Occorre dunque promuovere il ricorso a questi istituti e non renderne troppo complicata o incerta l'effettiva attivazione.
Il Trattato sull'Unione europea nonché le Costituzioni e/o la legislazione di alcuni Paesi membri prevedono espressamente il ricorso alla consultazione pubblica e dispongono conseguentemente di una normativa quadro.
In particolare, la preparazione di proposte legislative o altre iniziative della Commissione europea è preceduta da ampie consultazioni on-line, svolte sulla base di appositi documenti e questionari. La Commissione pubblica poi una sintesi degli esiti della consultazione. Pertanto, tutti i soggetti interessati sono posti nelle condizioni di manifestare ex ante la propria posizione sui temi inseriti nell'agenda politica e legislativa della Commissione.
Nel nostro ordinamento - in cui esistono normative specifiche in materia soprattutto a livello di autorità indipendenti e di regioni - si avverte invece l'assenza di una disciplina generale che stabilisca con certezza e omogeneità presupposti, forme e termini per le consultazioni pubbliche. Lacuna che il testo della proposta frutto dell'esercitazione è rivolta appunto a colmare con soluzioni coerenti ed ambiziose.
Mi piace sottolineare che su questo tema e, in generale, sul rafforzamento degli istituti di democrazia partecipativa e diretta, il Parlamento e, in particolare, la Camera sono stati molto attivi nella legislatura in corso.
Alla Camera, abbiamo anzitutto svolto - per la prima volta - due consultazioni pubbliche: la prima in vista della elaborazione di una dichiarazione dei diritti di Internet ed una seconda relativa al sito Camera.
In secondo luogo, nel progetto di riforma del Regolamento della Camera, che da mesi è pronta per essere esaminata dall'Aula, si prevede l'obbligo di prendere in considerazione le proposte di iniziativa popolare in tempi certi e ravvicinati. In attesa della riforma ho peraltro sollecitato più volte i gruppi a chiedere la calendarizzazione delle numerose proposte di iniziativa popolare già pervenute.
In terzo luogo, nel disegno di legge costituzionale approvato dalla Camera in prima lettura nello scorso febbraio, si stabiliscono, novellando l'articolo 71 della Costituzione, due importanti innovazioni di cui purtroppo si parla poco.
Con riferimento alle proposte di iniziativa popolare - che dovranno essere sostenute da numero minimo di firmatari pari a 150mila elettori - si dispone che ne sia garantito l'esame nei tempi, nelle forme e nei limiti stabiliti dai regolamenti parlamentari.
Al fine di favorire più in generale la partecipazione dei cittadini alla determinazione delle politiche pubbliche, si demanda ad una legge costituzionale la definizione di condizioni ed effetti di referendum popolari propositivi e d'indirizzo, nonché di "altre forme di consultazione, anche delle formazioni sociali".
Abbiamo inteso con questi interventi di riforma, in corso di finalizzazione, adeguare il dettato costituzionale e quello del Regolamento della Camere alle istanze di partecipazione attiva dei cittadini, sempre più diffuse e decisive per riavvicinare le Istituzioni alla gente in una fase di crisi come quella attuale.
Confido, in conclusione, che i pregevoli testi elaborati dagli allievi della Scuola di Scienza e Tecnica della Legislazione possano offrire - come già avvenuto in passato - spunti utili anche per il dibattito parlamentare e pubblico su questi temi.