16/09/2016

Conferenza dei Presidenti di Parlamento del Consiglio d'Europa. Intervento della Presidente Boldrini

Presidente Agramunt, colleghi, Signore e Signori, saluto e ringrazio, innanzitutto, i Presidenti Lammert e Brasseur, per gli spunti che ci hanno offerto per questa discussione. E' stata proprio l'allora Presidente Brasseur a promuovere l'istituzione della Rete dei Parlamentari contro l'odio. Un invito che, come ha ricordato, abbiamo subito voluto accogliere alla Camera dei deputati a Roma, anche su indicazione della deputata Santerini, coordinatrice della Rete. Perché vedete, colleghi e colleghe, coloro che praticano il razzismo, la xenofobia, l'odio sono pochi, ma le loro voci sono molto forti, si fanno ascoltare, fanno provocazioni, vanno sui giornali. Allora è importante organizzare anche il fronte anti-odio, impegnare i membri del Parlamento a mettere la loro faccia su questa battaglia di civiltà. Perciò ringrazio la Presidente Brasseur per averci stimolato a fare questa Alleanza contro l'odio. Abbiamo anche voluto sostenere un'altra iniziativa del Consiglio d'Europa, la campagna 'No Hate Speech', che è stata presentata proprio a Roma, alla Camera dei deputati. Inoltre, proprio perché ritengo che il Parlamento non possa non occuparsi della vita reale dei cittadini, ho voluto affrontare il tema del web. Ho istituito una Commissione speciale che ha formulato una Carta dei diritti di Internet, in cui si dice che un crimine è un crimine, sia se commesso off-line che se commesso on-line; e che la libertà d'espressione è un valore sacro, ma deve essere compatibile con la dignità delle altre persone. Dunque non si possono tollerare il bullismo, l'aggressione, la diffusione di notizie false con il solo scopo di distruggere la reputazione di una persona. E' una violenza, quella in rete, che viene sottovalutata. Non è ancora emerso, ma la stragrande maggioranza delle donne che ricoprono un ruolo pubblico sono oggetto di violenza sul web. Perché dobbiamo subire tutto questo? Perché noi che abbiamo fatto battaglie per affermare i nostri diritti oggi dobbiamo abbassare la testa e subire umiliazioni costanti? Trovo tutto ciò inaccettabile; trovo inaccettabile che le nostre figlie debbano togliersi dal web per essere rispettate. A chiudere il cerchio ci sono i nostri colleghi politici che fanno dell'odio una loro cifra distintiva: contro i migranti, contro gli omosessuali, contro le donne. Ve lo dico perché purtroppo mi capita di essere uno dei loro bersagli preferiti. Ma come si può arrivare a mostrare una bambola gonfiabile durante un comizio e paragonarla alla Presidente della Camera? Eppure accade questo. Questi non sono scherzi, non ci facciamo una risata sopra. Mi dispiace quando queste azioni vengono trattate come boutades, come goliardia. Sottovalutare questo è molto grave, perché quella violenza in rete a volte arriva nella vita reale. Sfido chiunque di noi ad affermare che nel proprio Paese non vi siano stati casi di giovani che si sono tolti la vita per la vergogna di aver subìto la gogna mediatica sul web. L'odio dal web arriva nella vita reale, anche a chi fa politica. Lo sanno bene i colleghi britannici: Jo Cox è stata uccisa a causa dell'odio, per quello che rappresentava, come donna, come attivista, come parlamentare. Cari colleghi e care colleghe, non possiamo accettare la politica come un'arena e i politici come dei gladiatori che usano la violenza anziché la forza delle idee. Non possiamo accettare questa dimensione. Dobbiamo tentare di arginare la deriva che erode il nostro sistema democratico ed alimenta le tensioni sociali. Per questo penso che sia stato importante trattare questo tema e invito tutti a considerare azioni congiunte. Il tentativo di un solo Parlamento non sarà mai sufficiente. Collaboriamo per trovare azioni efficaci.